Meta ha rimosso decine di migliaia di account Instagram, prevalentemente gestiti dalla Nigeria, nell’ambito di una vasta operazione per combattere le truffe sulla piattaforma. Gli account, secondo Meta, prendevano di mira principalmente gli uomini statunitensi, ma in alcuni casi hanno cercato di estorcere soldi anche a dei minorenni.

Gli account in questione traevano in inganno gli utenti, ottenendo foto compromettenti che poi venivano usate per estorcere cospicue somme di denaro.

Yahoo Boys: il team nigeriano che ha truffato migliaia di persone

Questa azione fa parte di uno sforzo più ampio di Meta per contrastare le truffe sulla sua piattaforma. All’inizio di quest’anno, la società ha introdotto una funzione di sicurezza nei messaggi di Instagram per rilevare automaticamente la nudità e avvertire gli utenti di potenziali truffe.

Meta ha dichiarato che oltre 2500 account erano tutti collegati al team Yahoo Boys: un’organizzazione criminale composta da una ventina di individui e che opera dalla Nigeria. La società ha anche eliminato migliaia di account e gruppi su Facebook che servivano proprio ad organizzare e facilitare le truffe di questo tipo, anche tramite la compravendita di script e immagini false ad aspiranti truffatori.

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Nel mirino dei truffatori anche ragazzi giovanissimi

Da tempo, Meta viene accusata di non star facendo abbastanza per proteggere i suoi utenti dalle truffe, che spesso vengono promosse utilizzando il sistema di inserzioni a pagamento di Facebook e Instagram. Durante una recente audizione al Senato degli Stati Uniti, il politico americano Lindsey Graham aveva rinfacciato a Mark Zuckerberg l’episodio di un ragazzo molto giovane che si era tolto la vita dopo essere finito vittima di una di queste truffe.

L’azienda ha confermato che alcuni degli account coinvolti nella rete dei truffatori avevano contattato anche degli utenti minorenni, aggiungendo che i casi sono stati tutti segnalati al National Center for Missing and Exploited Children.

Sextortion: una truffa a luci rosse

La truffa nota come “sextortion” consiste nel ricattare le vittime minacciando di diffondere immagini o video compromettenti, spesso di natura sessuale, se non vengono pagati soldi o altri favori. I truffatori spesso acquisiscono questo materiale attraverso hacking, social engineering, o convincono le vittime a inviare contenuti intimi volontariamente. Una volta in possesso di queste immagini, i truffatori contattano le vittime chiedendo un riscatto, spesso in criptovalute, per non pubblicare il materiale online o condividerlo con familiari e amici.