Meta ha annunciato che Threads ha già superato il traguardo dei 175 milioni di utenti attivi ogni mese. La notizia testimonia che l’app di live blogging è ancora in relativa salute, il che non era scontato: quasi tutte le piattaforme nate per fare le scarpe a X (ex Twitter) hanno avuto un destino molto più effimero.

Threads ce la sta facendo?

Threads è stata lanciata in diverse regioni un anno esatto fa: il 5 luglio del 2023. Non in Italia e nel resto dell’UE, dove è arrivata solamente alcuni mesi dopo: lungaggini a cui ormai siamo abituati e che si devono alla maggior ristrettezza delle norme europee sul trattamento dei dati personali degli utenti. All’epoca c’erano diversi dubbi sul fatto che la nuova piattaforma potesse avere vita particolarmente lunga.

Mastodon, BlueSky e perfino i trumpiani Gab e Truth. Nessuno dei social nati nel tentativo di essere un’alternativa sana a Twitter è riuscito a mantenersi sulla cresta dell’onda sufficientemente a lungo (anche se i quattro menzionati sono, tecnicamente, ancora tutti attivi).

In molti, nel successo della creature di Meta, ci avevano sperato: all’epoca Twitter era percepito come una piattaforma sempre più tossica e in preda all’anarchia: alcuni articoli avevano rivelato che le pubblicità degli inserzionisti spesso comparivano a fiano a tweet antisemiti e razzisti.

Il traguardo dei 175 milioni di utenti si riferisce al numero di utenti che utilizzano l’applicazione almeno una volta al mese. Non conosciamo, al contrario, il dato sul numero di utenti attivi al giorno: sintomo che forse i numeri non sono così entusiasmanti, ipotizza, tra gli altri, il webmagazine The Verge.

Sta di fatto che, contro ogni pronostico, Threads è ancora qui e gode di una buona salute. Anche se riferito solo al numero di persone che aprono almeno una volta al mese l’app, non si tratta di un traguardo da sottovalutare.

C’è ancora molta strada da fare?

A differenza di Twitter, il focus della piattaforma è meno politico. Un tema sempre foriero di enormi seccature: litigi, minacce e notizie false. Il genere di cose che da cui i social ora vogliono tenersi distanti. Al contrario, Meta ha scelto di privilegiare nel suo algoritmo i post leggeri e scanzonati.

La strategia per il momento ha ripagato nel non rendere Threads oggetto di invettive e scandali sui media, ma la scommessa non si può ancora dire vinta sul fronte dei ricavi. Threads, spiegano The Verge e la stessa azienda, è ancora in perdita: costa a Meta molto di più dei soldi che è in 2grado di generare. Anche perché non c’è ancora pubblicità.

“Sarebbe fantastico se diventasse davvero, davvero grande, ma sono in realtà più interessato a vedere se sarà in grado di essere culturalmente rilevante e se otterrà centinaia di milioni di utenti”, aveva raccontato, un anno fa, Adam Mosseri a The Verge. Il secondo obiettivo è stato c’entrato, ora resta da concretizzare anche il primo. Che poi è anche quello che conta davvero.