A 24 miliardi di kilometri dalla Terra, la sonda Voyager 1 della NASA è riuscita a ripristinare le comunicazioni e ad inviare dati scientifici comprensibili in seguito a un problema tecnico. A novembre 2023, infatti, si era generato un problema che aveva causato l’invio di dati illeggibili nel periodo tra marzo e aprile 2024.
La sonda compirà quest’anno 47 anni di attività insieme alla sonda gemella denominata Voyager 2, la quale si trova a oltre 20 miliardi di kilometri di distanza dalla Terra. Il lancio di questi veicoli è avvenuto nel 1977, e hanno conquistato un record per essersi allontanati maggiormente dal nostro Sistema Solare.
Protagonista di un dato storico è proprio Voyager 1, la quale è stata la prima sonda ad attraversare l’eliopausa il 25 agosto 2012. In seguito, fino al 15 dicembre 2014, ha sperimentato la terza ondata di espulsioni di massa coronale dal Sole nello spazio interstellare, dove si trova anche adesso. Una sonda che ha collezionato una serie di successi, e il cui funzionamento è stato messo a rischio da un problema tecnico.
Voyager 1: il guasto e la situazione attuale
Il problema che ha interessato la sonda Voyager 1 della NASA a novembre 2023 era causato dal Flight Data Subsystem (FDS), ossia un chip inserito nella memoria di uno dei tre computer a bordo. Una volta individuata la causa, il team è riuscito a ripristinare due dei suoi quattro strumenti. Ciò è avvenuto il 19 maggio grazie a un comando trasmesso alla sonda affinché riprendesse la comunicazione dei dati scientifici. I due strumenti tornati funzionanti sono il Plasma Wave Subsystem e il magnetometro.
Il Cosmic Ray Subsystem e il Low-Energy Charged Particles sono gli altri due strumenti dei quattro al momento funzionanti. Questi ultimi hanno richiesto maggiore attenzione, ma poi hanno ripreso la loro consueta operatività. A causa della diminuzione dell’energia elettrica, la NASA ha scelto di spegnere gli altri strumenti a bordo, mantenendone in funzione solo quattro. Gli effetti del problema tecnico saranno completamente eliminati in futuro dagli ingegneri che provvederanno a sincronizzare nuovamente il software di cronometraggio nei tre computer che si trovano nella sonda.