La lumaca mela (Pomacea canaliculata), mollusco d’acqua dolce originario del Sudamerica, sta destando crescente preoccupazione tra gli esperti di agricoltura italiana. Questo gasteropode, noto per la sua voracità e la capacità di riprodursi rapidamente, sta diventando una seria minaccia per le coltivazioni di riso, in particolare quelle delle regioni settentrionali, e per gli ecosistemi acquatici del nostro Paese.
Il mollusco, caratterizzato da una conchiglia globosa che può raggiungere le dimensioni di una piccola mela, è una specie invasiva altamente pericolosa. La sua capacità di adattarsi a diversi ambienti, la mancanza di predatori naturali e la prolificità (ogni esemplare può deporre fino a 800 uova alla volta) ne favoriscono la diffusione incontrollata.
Gli agricoltori italiani sono in allarme per i potenziali danni che questa specie aliena potrebbe causare alle loro coltivazioni. Infatti, si nutre voracemente di piante acquatiche, comprese le giovani piantine di riso, mettendo a rischio interi raccolti e causando ingenti perdite economiche.
Lumaca mela: una minaccia da non sottovalutare
La sua presenza negli ecosistemi acquatici può alterare l’equilibrio naturale, danneggiando la flora e la fauna locali. Il mollusco compete con le specie autoctone per le risorse alimentari e può trasmettere parassiti e malattie, mettendo a rischio la biodiversità.
Le autorità competenti, consapevoli della gravità della situazione, stanno monitorando attentamente la sua presenza in Europa, attualmente limitata ad alcune zone della Spagna. Sono state messe in atto misure preventive per evitare l’introduzione e la diffusione di questa specie invasiva in Italia. Si stanno effettuando dei più rigorosi sulle importazioni di piante acquatiche e campagne di sensibilizzazione rivolte agli agricoltori e al pubblico.
È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi legati alla lumaca mela e promuovere comportamenti responsabili per tutelare l’agricoltura e l’ambiente. Bisogna segnalare tempestivamente eventuali avvistamenti di questa specie alle autorità competenti per contribuire a prevenire la sua diffusione e a proteggere il nostro patrimonio naturale.