Francesco Filippi, nato a Bologna nel 1975, è regista e sceneggiatore free-lance, con una predilezione per l’animazione e il cinema per ragazzi. Nel 2022 scopre di essere elettro-sensibile, patologia che gli fa perdere diversi lavori, è per questo che decide di rimettersi in gioco “riutilizzando” di nuovo una macchina da scrivere analogica.

Immaginate di essere un regista di film d’animazione pluripremiato in tutto il mondo per i propri progetti, un regista che si specializza dopo vari tentativi anche nella stop-motion realizzando capolavori esportati in centinaia di paesi come Mani Rosse, una vita divisa tra progetti a lungo termine e corti animati sempre più di caratura internazionale, ed a un certo punto non riuscire più a fare nulla di quello con cui eri stato conosciuto a causa di una patologia (non riconosciuta ancora a livello europeo) che ti blocca ogni possibilità di avvicinarti agli strumenti elettronici.

La storia di Francesco Filippi, regista di successo nel campo dell’animazione, è quella storia quasi da serie tv che non ti aspetteresti di incontrare realmente, ma che invece di reale ha tutto, una vicenda che accomuna moltissime persone e che tende ad aumentare sempre più. Filippi, nato a Bologna nel 1975, è regista e sceneggiatore free-lance, con una predilezione per l’animazione e il cinema per ragazzi. Con i suoi film ha all’attivo circa 500 selezioni ai festival e 180 premi, ma dal 2022 ha dovuto modificare totalmente il suo lavoro, perdendolo praticamente in todo, a causa dell’elettrosensibilità.

Nella serie televisiva Better Call Saul, il fratello del protagonista si dichiara affetto da elettrosensibilità: l’uomo riferisce di sperimentare emicrania, vertigini e sintomi panicosi se esposto a campi elettromagnetici cosa che gli provoca gravose conseguenze nel suo stile di vita. Per questo motivo affronta un’esistenza emarginata, isolata; vive in una abitazione priva di elettricità, di conseguenza, senza ausilio di elettrodomestici; impossibilitato ad uscire, teme addirittura le frequenze magnetiche e le persone che lo frequentano sono costrette a togliersi l’orologio, privarsi del telefono cellulare e di qualunque dispositivo elettronico portatile, prima di avvicinarsi a lui.

Il personaggio di Charles McGill esprime con chiarezza la difficoltosa esistenza di chi si sente costretto ad evitare ogni contatto con apparecchi di comune utilizzo quotidiano. Quello che si vede nella serie tv non è solamente fantasia, ma dura e cruda realtà di tutti i giorni per coloro che soffrono di questa patologia, ancora non riconosciuta, e che devono “reinventarsi” ogni azione per poter sopravvivere.

Ho perso il lavoro, ho perso ogni possibilità di contatto esterno – dichiara Francesco Filippi – ma non ho perso la mia creatività, così ora mi sono rimesso a scrivere con una vecchia Olivetti del 1939 e ho realizzato un nuovo progetto: una sceneggiatura di un fumetto che parla proprio di elettrosensibilità.

La prima graphic novel sull’elettrosensibilità

Matto per i Funghi è una biopic tragicomica che racconta quello che è veramente successo al suo autore Francesco Filippi (Filo nella storia) dal giorno in cui è diventato elettrosensibile, ovvero intollerante all’elettricità, ai computer, agli utensili elettrici, ai cellulari e alle radiofrequenze della tecnologia smart.  La sua vita è diventata improvvisamente paradossale, acrobatica e impossibile. Gli elettrosensibili sono come canarini in miniera, sono un campanello di allarme per l’intera umanità. La tossicità dei campi elettromagnetici artificiali (generati soprattutto dalle antenne per la telefonia, dai wi-fi, dai cellulari e dagli altri dispositivi smart) è già e sarà sempre di più un drammatico problema sanitario mondiale. E’ un tema difficile da comprendere, ma soprattutto da accettare, perché scomodissimo e perché riguarda ciascuno di noi.

Realizzare il fumetto richiederà almeno otto mesi di lavoro solo per i disegni. I costi di produzione sono significativi – racconta Francesco Filippi – e difficili da sostenere anche per un editore di medie dimensioni è per questo – dichiara Francesco Filippo – che abbiamo deciso di aprire un crowdfunding. Ovviamente la cultura di qualità, realizzata da professionisti, ha un costo e deve averlo, altrimenti non potrebbe essere di qualità, abbiamo trovato entusiasmo editoriale da Edizioni Sì, specializzata in salute, ambiente e benessere. Crediamo che questo progetto e graphic novel possa fare del bene anche all’Associazione Italiana Elettrosensibili che ha bisogno di aiuto per divulgare i propri messaggi.
L’obiettivo economico fissato copre i costi minimi, senza i quali il fumetto non potrà esistere ecco perché abbiamo deciso di inserire nella campagna la modalità “tutto o niente”. I vostri soldi saranno di fatto versati solo in caso di raggiungimento dell’obiettivo.

Ecco le tavole di prova del fumetto, scritto da Francesco Filippi e disegnato da Margherita Allegri.

L’Ipersensibilità ai Campi Elettromagnetici è una delle molte manifestazioni biologico-sanitarie causate dalla esposizione ai CEM (Campi Elettro Magnetici). I CEM possono essere in Alta Frequenza (generati da telefonini, WI-FI, telefoni cordless, allarmi Wireless, stazioni radio base, ripetitori radio-televisivi, radar, antenne WI-MAX, ecc.), ed in Bassa Frequenza (generati dagli elettrodotti, dagli impianti elettrici delle abitazioni e dalle comuni apparecchiature domestiche come schermi televisivi, computer, elettrodomestici in genere). Nella maggior parte dei malati i segni e sintomi sono molto simili, seppur di diverso livello di gravità, e regrediscono con l’allontanamento dai CEM per ripresentarsi immancabilmente ad una successiva esposizione.

I più frequenti sono cefalee, insonnia o sonno non ristoratore, debolezza e facile esauribilità fisica, riduzione della memoria e deficit di concentrazione, dolori localizzati o diffusi tipici di una sindrome simil-influenzale, eruzioni cutanee (più spesso a tipo rash eritematoso specialmente al volto), disturbi uditivi (tinnito a tipo ronzio, sibilo o fischio, continuo o discontinuo), visivi e dell’equilibrio, alterazioni del tono dell’umore e del carattere, aggressività od apatia, sbalzi pressori che possono causare sanguinamenti nasali, palpitazioni cardiache che simulano uno stato d’ansia o di inquietudine. Le comuni terapie farmacologiche sono pressoché inefficaci, perché i meccanismi patogenetici alla base dei disturbi seguono vie probabilmente non classiche e purtroppo non del tutto chiarite.

Ho iniziato ad accorgermi di questi fastidi un giorno mentre mi trovavo al computer – racconta Francesco Filippi – da lì chiaramente la mia vita è totalmente cambiata. La mia fortuna da un lato è che vivendo in una casa relativamente grande, e fuori città, ho potuto adibire una stanza “per me” e le mie esigenze, con schermature dei computer e le cablature varie per evitare più possibile l’esposizione ai CEM. Dall’altro mi sono ritrovato senza lavoro in quanto la maggior parte della mia giornata, prima, la passavo al computer e non potendo più lavorare di fronte ad un monitor nel giro di pochi mesi ho perso quasi tutti i miei contratti.

Ho dovuto riassestare la mia vita e la mia concezione, perché vuoi o non vuoi la dipendenza da oggetti smart ormai è totale, e fare un passo indietro è letteralmente utopia. I miei abiti sono tutti schermati, le mie stanze non hanno Wi-Fi, ma basta un’uscita in un centro commerciale, in una piazza o peggio anche in un bosco e la patologia ricomincia a farsi sentire. E’ una sorta di arresto domiciliare in quanto tutto il mondo (o quasi) non si preoccupa di questo dannoso problema dei Campi Elettromagnetici. Tuttavia non chiediamo di annullare la modernità, ci mancherebbe, ma magari evitare dove possibile gli Wi-Fi, evitare gli upgrade da 4 a 5 fino a 6g, si può utilizzare uno smartphone o computer anche via cavo ricevendo gli stessi benefici professionali, senza immagazzinare onde elettromagnetiche dannose per la nostra salute.

La fortuna di un creativo tuttavia è nella propria mente, difatti come specificato prima la scrittura non ha bisogno di Wi-Fi o computer, ma tornando all’analogico con una vecchia macchina da scrivere del 1939 ci si può di nuovo rimettere in gioco cambiando totalmente le prospettive odierne. Francesco Filippi ha voluto raccontare la propria esperienza, ironizzandoci anche su alcune parti, attraverso un fumetto in quanto certo di una risposta più che adeguata da parte del pubblico. Ormai il mezzo fumetto anche grazie a grandi autori come Zerocalcare, Gipi, Giacomo Bevilacqua è stata sdoganato a dovere e divulgare una problematica di questo tipo attraverso delle tavole di una graphic novel può rappresentare senza dubbio il giusto modo per essere efficaci in modo attuale e “analogico”.

Scoprire di essere elettrosensibili è una scoperta che ti rende isolato da tutto e tutti – continua Francesco Filippi – essendo ancora una patologia non riconosciuta non ci sono modalità di aiuti per gli elettrosensibili, ci sentiamo in qualche modo dei canarini in gabbia (come abbiamo scritto precedentemente) e la gabbia in questo caso è tutto il mondo circostante. La nostra mission, con il fumetto e non solo, è far riflettere la popolazione e magari i Governi sulla pericolosità dei CEM se abusati, ma chiaramente non vogliamo essere additati come coloro che vogliono remare contro il progresso, ci rendiamo conto della grande importanza di tutto quello che è Smart e non solo, tuttavia l’eccesso (come in moltissimi casi) porta anche diversi danni e noi ne siamo la riprova.

Il nostro appello è non abusare di questi strumenti, dove possibile magari evitare di continuo l’utilizzo di uno strumento smart che genera CEM, dove possibile staccare router Wi-Fi e magari utilizzare il cavo (che è anche più costante come invio dati) e riappropriarsi, ove possibile, di un contatto “vero” con la natura. Passeggiare a telefono spento, senza per forza “condividere” dirette sui vari social: insomma vivere più che condividere.

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