L’intervista al cast de La serie “Constellation” che segue Jo (Noomi Rapace), un’astronauta a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Dopo un inaspettato disastro, Jo ritorna sulla Terra e scopre gradualmente che “pezzi chiave della sua vita” sembrano essere scomparsi. È una cospirazione, la sua psiche danneggiata, o qualcosa di più sinistro?
Nella serie, Noomi Rapace (“Prometheus,” “Millennium”) e l’Emmy Award nominee Jonathan Banks (“Breaking Bad,” “Better Call Saul”) interpretano ruoli chiave. Si uniscono a loro James D’Arcy (“Oppenheimer”), Julian Looman (“Emily in Paris”), William Catlett (“The Devil You Know”), Barbara Sukowa (“Hannah Arendt”), Lenn Kudrjawizki (“Vikings”), Carole Weyers (“Ganglands”), Rebecca Scroggs (“EastEnders”), e i debuttanti Rosie e Davina Coleman, tra gli altri.
“Constellation” è stato creato e scritto da Peter Harness (“Wallander,” “The War of the Worlds” della BBC), con la regia di tre notevoli cineasti: Michelle MacLaren (vincitrice di un Emmy per “Breaking Bad,” “Game of Thrones”), Oliver Hirschbiegel (candidato all’Oscar per “La caduta,” “L’esperimento”) e Joseph Cedar (candidato all’Oscar per “Footnote,” “Our Boys”). MacLaren dirige i primi due episodi. Di seguito il trailer della serie Apple TV+ pubblicato su YouTube:
Esplorando L’Universo di “Constellation” su Apple TV+
L’universo infinito è il palcoscenico per la nuova e affascinante serie “Constellation,” una coinvolgente odissea spaziale che ha catturato l’attenzione del pubblico globale grazie alla sua avvincente trama e alla sua produzione visivamente sorprendente. Disponibile in esclusiva su Apple TV+, “Constellation” è stata acclamata per la sua capacità di combinare elementi di fantascienza, mistero e dramma umano in un’unica esperienza cinematografica straordinaria.
Il cuore pulsante di “Constellation” si trova in un mondo immersivo che abbraccia sia l’Europa che l’Africa settentrionale. La produzione si è principalmente svolta in Germania, con location che abbracciano diverse ambientazioni, tra cui la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), il quartier generale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) a Colonia, il centro spaziale russo di Star City e una baita in Svezia. Il talento britannico Andy Nicholson, già candidato agli Academy Award per il suo lavoro in “Gravity” di Alfonso Cuarón, è stato il principale architetto di questo universo visivo. Designando la set della ISS a Babelsberg, il secondo studio cinematografico più antico al mondo, Nicholson e il suo team hanno affrontato sfide monumentali per ricreare la struttura complessa della stazione spaziale in modo autentico e rispettoso degli astronauti.
La produzione ha dedicato cinque settimane al set della ISS, impegnandosi nella difficile simulazione di un ambiente a gravità zero, una delle sfide tecniche più impegnative. La lunghezza della ISS ha reso necessaria la costruzione di diverse sezioni separatamente. Nicholson ha condiviso la sua profonda reverenza per la vera ISS, sottolineando l’assenza di piani dettagliati e la dipendenza da video 4K e archivi fotografici. La fedeltà alla realtà è stata estesa anche ai costumi, grazie alla designer Nicole Fischnaller, che ha collaborato con astronauti e istruttori per creare tute realistiche e futuristiche.
Per catturare la grandezza dei set di Nicholson, la serie ha sfruttato il talento dei cinematografi Markus Förderer, Frank Lamm e Yaron Scharf. L’uso di telecamere RED V-Raptor abbinato a lenti anamorfiche Panavision T-Series ha contribuito a creare il look cinematografico desiderato. Förderer ha implementato anche la telecamera Ronin 4D e telecamere RED Komodo per le scene di gravità zero, consentendo inquadrature stabili in spazi ristretti. La regista Michelle MacLaren ha adottato un approccio innovativo, evitando l’uso di schermi verdi per simulare lo spazio e utilizzando foto di sfondo per i pochi finestrini presenti nella ISS.
Il supervisore degli effetti visivi, Douglas Larmour, ha concentrato la sua attenzione sull’autenticità, implementando dettagli come visiere di vetro triplo e illuminazione controllabile remotamente per ricreare riflessi autentici. Le scene di spacewalk sono state rese credibili grazie ai consigli dell’astronauta Scott Kelly, che ha condiviso le sue esperienze personali, arricchendo la profondità emotiva delle sequenze.
L’intervista al Cast e al Team Creativo di Constellation
Con un cast stellare che include Noomi Rapace, Jonathan Banks, James D’Arcy e William Catlett, la serie promette di offrire performance memorabili. Nel corso dell’intervista esclusiva con Noomi Rapace e Jonathan Banks, abbiamo approfondito punti salienti dell’episodio 5 e come la loro collaborazione ha plasmato i personaggi e scoperto se ci sono affinità tra Henry Caldera di Banks in “Constellation” e il suo celebre ruolo di Mike Ehrmantraut in “Breaking Bad.”
In un dialogo con Peter Harness e Michelle MacLaren, creatori e showrunner della serie, abbiamo esplorato le ispirazioni e le sfide nel portare alla vita l’universo di “Constellation.” Le domande si sono focalizzate sull’approccio unico alla produzione, dall’autenticità della ISS alla creazione del dispositivo di fisica quantistica CAL.
Infine, nel colloquio con James D’Arcy e William Catlett abbiamo esplorato la dinamica del cast e come le loro performance abbiano contribuito a rendere unico il mondo di “Constellation.” Domande sulla preparazione fisica di Rapace per le scene di gravità zero, o sull’integrazione di materiali all’avanguardia nei costumi di Fischnaller, hanno offerto un’introduzione avvincente alle sfide affrontate durante la produzione.
L’intervista al cast di “Constellation” offre uno sguardo approfondito alla complessità narrativa e tematica dietro lo show. Tra le molte questioni esplorate nella serie, emerge un interesse particolare per gli spazi liminali e le realtà duali che permeano la trama. Questi temi non solo influenzano la narrazione visiva, ma plasmano anche il tono generale dello spettacolo, offrendo una riflessione intrigante sull’essenza stessa della percezione e della realtà.
Peter Harness, lo sceneggiatore di “Constellation”, offre un’interessante prospettiva sul concetto di dualità nella serie, sottolineando che non si tratta semplicemente di esplorare il multiverso, ma di rappresentare due realtà distinte. Harness afferma: “Mi è sembrato di passare attraverso lo specchio”, evidenziando il senso di disorientamento e trasformazione che i personaggi sperimentano quando si trovano di fronte a realtà alternative.
Questi temi non solo influenzano la narrazione visiva, ma plasmano anche il tono generale dello spettacolo, offrendo una riflessione intrigante sull’essenza stessa della percezione e della realtà.
Michelle MacLaren, una delle menti creative dietro lo spettacolo, approfondisce ulteriormente questa idea, mettendo in luce l’importanza di mantenere sottili le differenze tra le due realtà per creare un senso di ambiguità e interrogativo nei personaggi e negli spettatori. MacLaren sottolinea: “Le differenze sono molto sottili. E ci sono differenze. Abbiamo una tavolozza di colori diversa per ogni realtà.”
La collaborazione con Scott Kelly, un ex astronauta, ha contribuito a conferire autenticità e realismo alla rappresentazione dello spazio e dell’esperienza degli astronauti nella serie. MacLaren condivide: “È stato fantastico perché è volato in Germania e ha incontrato gli attori e tutti noi e ci ha mostrato e parlato di com’è e di come ci si sente a stare nello spazio.”
Passando agli attori, Noomi Rapace offre una visione intrigante sul processo di interpretazione dei personaggi in “Constellation”, descrivendo la serie come un “attrito” tra dramma e fantascienza. Rapace riflette: “È come se stessimo camminando su un campo minato.” Jonathan Banks, d’altra parte, enfatizza che i personaggi vivono le loro realtà senza considerarle necessariamente come finzione, dichiarando: “Sono nella realtà. Non sono nella fantascienza. Non sono nella finzione.”
William Catlett e James D’Arcy, due degli attori principali della serie, approfondiscono ulteriormente il complesso mondo dei loro personaggi e delle dualità che essi affrontano. Catlett condivide la sua esperienza di identificazione con il suo personaggio Paul, sottolineando: “Le cose che aveva scritto per le ferite di Paul, le ho sperimentate nella mia vita reale.” D’Arcy, invece, parla della natura autentica delle dinamiche familiari esplorate nello show, affermando: “Queste cose erano molto vicine a ciò che stava accadendo nella mia vita reale.”
In conclusione, “Constellation” si presenta come una serie che va oltre il semplice intrattenimento, offrendo una riflessione profonda sui temi dell’identità, della percezione e della realtà. Attraverso la collaborazione di talentuosi sceneggiatori, registi e attori, lo spettacolo offre un’esperienza coinvolgente e stimolante per gli spettatori, invitandoli a esplorare i confini della propria comprensione del mondo che li circonda.
In sintesi, “Constellation” si presenta come un capolavoro televisivo che fonde sapientemente la narrativa coinvolgente con una produzione visiva eccezionale. Attraverso le sfide e le innovazioni della produzione, emerge un mondo che cattura l’immaginazione degli spettatori, offrendo un’esperienza spaziale indimenticabile. La serie promette di trascinare gli spettatori in un viaggio epico e misterioso, esplorando le frontiere della narrativa televisiva su Apple TV+. Di seguito trovate l’intervista completa a Noomi Rapace, Jonathan Banks, James D’arcy, William Catlett, Peter Harness e Michelle MacLaren: