YoRHa: Assalto a Pearl Harbor, la recensione del primo volume

Se siete fan dell’iconico universo post-apocalittico di Yoko Taro, non potete perdervi il primo esperimento di spin-off supportato da disegni e dalle illustrazioni di Megumu Soramichi. Abbiamo avuto la possibilità di leggere, grazie a J-Pop, il primo volume della nuova opera di Yoko Taro. Si tratta di una serie manga che ha come obbiettivo quello di approfondire l’universo di sua creazione che, da videoludico con Drakengard e NieR (spin-off di Drakengard), diventa manga. Ecco tutto quello che dovete sapere su YoRHa: Assalto a Pearl Harbor. 

Di cosa parla YoRHa: Assalto a Pearl Harbor?

In primis dobbiamo sottolineare che YoRHa: Assalto a Pearl Harbor è una serie manga prequel rispetto alle vicende del videogioco. Per tale motivo chi scrive ci tiene a sottolineare che, anche se il manga risulta ampiamente cosparso di spiegazioni necessarie per introdurre l’universo a coloro che non hanno mai sentito parlare del videogioco (compresi vari approfondimenti che per molti potrebbero sembrare superficiali come quelli sulle unità YoRHa o la situazione generale dell’universo), il manga si rivolge in primissimo luogo agli appassionati della saga videoludica. A coloro che già hanno concluso e conoscono a pieno tutte le varie ramificazioni narrative che formano la base di NieR Automata. Questo non esclude però che grazie al manga i fan della saga videoludica possano aumentare. Ad avviso di chi scrive Yoko Taro non ha pensato di creare questa storia in formato manga allo scopo di allargare il suo pubblico ma per intrattenere mediante una fonte diversa coloro che sono già sui fan ed al tempo stesso arricchire il suo universo mediante una fonte che gli consente di realizzare praticamente tutto. 

La sinossi della saga manga non sarà, quindi, diversa rispetto a ciò che già conosciamo. Da quando misteriose creature aliene hanno invaso la Terra con le loro biomacchine, ciò che restava dell’umanità si è trasferito sulla Luna e ha inviato i propri androidi da combattimento sul pianeta. È solo l’inizio di una guerra millenaria. Dopo l’uscita della serie anime su Crunchyroll, l’universo narrativo di Nier:Automata si arricchisce ulteriormente con una nuova storia ambientata nello stesso mondo post-apocalittico qualche tempo prima degli eventi narrati dal gioco. In un futuro molto lontano, invasori provenienti da un altro mondo attaccano la Terra con un nuovo tipo di armi, le “biomacchine”. Annichilita da questa minaccia, l’umanità è costretta a lasciare il pianeta e a rifugiarsi sulla Luna, da dove sviluppa soldati androidi che portano avanti una sanguinosa battaglia… Corre l’anno 11941. Per uscire dallo stallo nasce una nuova unità militare composta da androidi di sesso femminile: YoRHa. Inviate sulla Terra, queste guerriere devono riconquistare il pianeta per la razza umana. 

Vi ricordiamo che la serie manga è stata scritta e supervisionata dallo stesso Yoko Taro, creatore del celebre videogioco, mentre i disegni sono di Megumu Soramichi (che dopo essersi occupato per un breve periodo di tempo di adattamenti cartacei di diverse saghe anime come Zombie Land, a partecipato alla Comic Anthology incentrata su Final Fantasy XV). 

Il primo volume della serie manga è arrivato in Italia per J-POP Manga con il titolo di serie YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata, disponibile in libreria, fumetteria e in tutti gli store online a partire dal 31 gennaio.

Se avete avuto il privilegio o la fortuna di partecipare all’evento dedicato alla serie che ha avuto luogo venerdì 19 gennaio presso il locale Moba di Milano a partire dalle ore 18:00, avrete sicuramente notato i tantissimi  cosplayer e la presenza di Himee Lily e Selyse Cos. I partecipanti all’evento hanno avuto la possibilità di ricevere in omaggio gadget esclusivi J-POP Manga targati YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata, oltre all’assaggio di drink e menù speciali ispirati al manga. In sostanza se siete riusciti a partecipare all’evento avete vissuto un’esperienza immersiva all’interno della saga di Yoko Taro. Quale modo migliore per festeggiare l’uscita del manga. 

Chi ha già giocato al gioco cosa può attendersi da questa nuova serie manga?

L’affascinante e complessa storia ideata da Yoko Taro per NieR: Automata si amplia e approfondisce in YoRHa: Assalto a Pearl Harbor – Una storia di NieR: Automata con eventi inediti e numerosi retroscena sui personaggi più amati del gioco. La serie manga inizia nell’anno 11.939, quindi diversi millenni dopo l’inizio della guerra tra la specie umana e i robot alieni invasori. In questo periodo il nostro pienata risulta essere ormai un perenne campo di battaglia in rovina che vede costantemente sfidarsi da un lato un’armata di androidi costruiti dall’uomo e dall’altro i robot. l’obbiettivo degli androidi è distruggere definitivamente le macchine che hanno invaso la terra. In questo contesto che fine ha fatto l’uomo? Si dice che i superstiti dell’umanità si siano rifugiati in un bunker sulla Luna per sfuggire alla guerra che li avrebbe definitivamente sterminati.

È la missione di Pearl Harbor a segnare il debutto ufficiale delle prime unità YoRHa, si tratta di una vera élite militare composta da soli androidi avanzati sotto ogni punto di vista e che sono in tutto e per tutto identici agli esseri umani. Durante la battaglia delle sedici unità YoRHa inviate nel campo di Pearl Harbor ne resteranno soltanto quattro: il Numero 4, il Numero 16, il Numero 21 ma in particole modo il Numero 2, che a conti fatti risulta essere senza ombra di dubbio il personaggio più importante della saga. Vi chiederete il perché? Voglio evitarci qualsiasi spoiler quindi ci limiteremo soltanto ad indicarvi che tutti gli eventi relativi all’incidente di Pearl Harbor diventeranno davvero molto importanti e fondamentali per la costruzione del personaggio di 2A ed in particolar modo per l’intreccio narrativo della saga di NieR: Automata. 

YoRHa: Assalto a Pearl Harbor merita la lettura?

YoRHa: Assalto a Pearl Harbor  vol. 1 è soltanto il primo di tre volumi della serie di manga prequel alla saga videoludica di Yoko Taro, per tanto possiamo regalarvi solo un giudizio parziale dato dalle prime considerazione che derivano dalla lettura di quello, che di fatto è un terzo della storia che verrà a breve pubblicata. 

Trattandosi di un primo volume è a conti fatti un vero e proprio volume introduttivo, nonostante sia indirizzato al pubblico dei videogiochi che in sostanza non avrebbe bisogno di una nuova introduzione all’universo. Trattandosi però di fonti separate (quella videoludica da quella cartacea rappresentata dai manga) è necessario presentare nuovamente il contesto all’interno del quale avvengono i fatti narrati. Questo perché il maga potrebbe tranquillamente finire nelle mani di chi non ha mai giocato al gioco e come tale risulta un neofito che ha bisogno di essere accompagnato all’interno dell’universo di Yoko Taro. Per tale motivo il primo volume dedica la maggior parte del suo tempo e dello spazio su carta a quella che risulta essere una vera e propria introduzione dell’universo narrativo di Yoko Taro. Nelle prime pagine del manga ci vengono presentati i protagonisti ed i comprimari, che sicuramente chi ha già avuto modo di affacciassi all’universo di Yoko Taro già conosce. 

Si tratta di una storia in cui predomina l’azione: i combattimenti sono la chiave del manga ma non per questo mancano momenti volti ad approfondire i personaggi. Infatti, le sequenze di combattimento sono ben alternate e fuse con momenti di introspezione dei personaggi volti a raccontarci che non solo gli umani provano emozioni. Questi momenti intimi e delicati servono a consentire al lettore di legare con i protagonisti, soprattutto perché provare sentimenti è strettamente proibito alle unità YoRHa, ma questo non implica il fatto che gli androidi siano perfettamente in grado di farlo. Su questo aspetto si fonderà grande parte dell’analisi e delle tematiche della saga di Yoko Taro. 

Per quanto concerne la componente visiva del manga, Megumu Soramichi si è dimostrato all’altezza delle aspettative. I fan del videogioco avranno trovato inizialmente strano vedere il proprio immaginario in movimento ridotto a due dimensioni in bianco e nero. Subito dopo affiora un senso di conforto e di casa. Vi segnaliamo questo perché se da un lato è evidente che certi elementi iconici della saga non potevano essere modificati senza irritare i fan e far perdere l’orientamento ed il senso di appartenenza (come ad esempio il design dei vari mech, delle tante macchine e in particolare delle unità YoRHa), dall’altro lato il mangaka si è permesso di esibire il suo tocco mediante il tratto semplice e lineare, senza sbavature. In sostanza non si è allontanato dall’immaginario collettivo ma ha dato anche la sua impronta nei dettagli. Chi scrive ritiene che in questo gioco di conservazione ma anche leggere innovazione si celi la forza del manga.

Una domanda però sorge spontanea: era davvero necessario ridurre quella che è una fortunata saga videoludica a due dimensioni su carta?

Questa è una domanda che sorge sempre quando si tratta di adattamenti che hanno già una loro fonte visiva o cinematografica o videoludica, come nel caso dei film tratti dai videogiochi. Nella maggior parte delle situazioni la seconda trasposizione non rende quasi mai giustizia alla prima e risulta limitante. Quando un fan è già appassionato di una saga è subito pronto a criticare e cogliere il minimo difetto del nuovo adattamento, questo perché la prima trasposizione lo aveva già soddisfatto e forse non sentiva nemmeno la necessità di una seconda versione. Ovviamente però le case di cinema e le case editrici hanno la necessità di racimolare più soldi possibili dai loro prodotti di punta, quindi non esitano a fare film tratti da giochi o libri tratti da film. Peccato che nella maggior parte delle trasposizioni il fan di lunga data resti deluso.

In questo caso possiamo segnalarvi che i dialoghi risultano davvero ridondanti e inferiori rispetto alla potenza delle immagini. Le linee di dialogo appaiono quasi scollate rispetto alle tavole, forse perché siamo abituati a vedere i dialoghi essere recitati in tv o sullo schermo del pc a cui la nostra console è collegata. Nel passaggio da un media all’altro si è persa la tridimensionalità e la possibilità di esprimere senza alcun tipo di problema tutti i concetti che si volevano analizzare. Non vi nascondo che sebbene ci sia tanta introduzione alcuni aspetti della storia sono stati tagliati e forse questo potrebbe causare un problema alla comprensione completa delle sequenze successive della storia. 

In conclusione ci sentiamo di consigliare la serie spin-off di NieR: Automata sia a coloro che non hanno mai giocato al famosissimo gioco ma hanno sempre avuto un qualche interesse verso il prodotto, questo perché il primo volume è davvero molto introduttivo e fornisce tutte le risposte necessarie per approcciarsi all’universo di Yoko Taro. Dall’altra parte non possiamo negare che questa storia potrebbe far appassionare anche i fan del gioco che hanno già completato le avventure sulla console. Dal primo volume della serie possiamo garantirvi che ciò che avete giocato viene ampliato ed arricchito da scene e storie inedite che andranno ad inserirsi nel vostro immaginario collettivo. Il vostro gioco del cuore non ne uscirà danneggiato in nessun modo, questa serie manga non andrà a cambiare le sorti delle vicende che già conoscete. Se temete di rovinarvi il viaggio che avete già concluso poter stare tranquilli. YoRHa: Assalto a Pearl Harbor è una piccola chicca che regalerà momenti nostalgici ai fan della saga, catturando anche lo sguardo attento dei lettori di manga di tutto il mondo. 

Vi ricordiamo che il primo volume di YoRHa: Assalto a Pearl Harbor lo potete già trovare in tutte le librerie e fumisterie, oltre che negli store online. Vi terremo aggiornati per quanto riguarda la pubblicazione degli altri volumi della saga. 

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