Saranno l’Università degli Studi di Firenze e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) ad occuparsi dell’analisi di due grani dell’asteroide Ryugu. Questi preziosi frammenti hanno 4 miliardi di anni, e serviranno per comprendere meglio il Sistema solare. Un vero orgoglio per l’Italia dato che i ricercatori si occuperanno dello studio dei grani esclusivamente nel nostro Paese.
Nomi e caratteristiche dei due grani dell’asteroide Ryugu
I due grani dell’asteroide Ryugu, oggetto di analisi da parte dei ricercatori italiani, si chiamano C0242 e A0226. Gli studiosi, però, hanno voluto rinominarli con uno sguardo al Giappone, e in particolare al regista Hayao Miyazaki. Diventano così A0226-Totoro, pensando al film “Il mio vicino Totoro” e C0242-Kiki, su ispirazione del film “Kiki – Consegne a domicilio”.
Il loro peso oscilla tra 1-2 grammi e sono lunghi circa 2 millimetri, sono stati prelevati dalla sonda Hayabusa 2 dell’Agenzia spaziale giapponese Jaxa. L’asteroide Ryugu si trova a 300 milioni di chilometri dalla Terra, è stata raggiunta a giugno 2018 dalla sonda Hayabusa 2. Questi campioni extraterrestri sono stati raccolti grazie al prelievo di 5 grammi di roccia e polvere dalla superficie dell’asteroide.
Da diverso tempo, i grani dell’asteroide Ryugu si trovano sulla Terra, dal momento che la loro spedizione e atterraggio sulla Terra sono avvenuti il 6 dicembre 2020. In seguito, per evitare contaminazioni, sono stati inseriti all’interno di una speciale capsula di acciaio contenente azoto. Le contaminazioni dell’atmosfera terrestre potrebbero essere molto pericolose e portare a danni irreversibili.
Apertura e analisi
Ernesto Palomba, ricercatore Inaf e professore presso l’Università Federico II di Napoli, coordina le operazioni di analisi. Ecco le sue parole:
Per la prima volta apriremo i contenitori dove sono contenuti in atmosfera protetta per poter fare le prime analisi spettroscopiche nell’infrarosso. In questi mesi abbiamo messo a punto dei portacampioni “universali” in grado di poter tener fermo ciascuno dei due frammenti per tutta la durata delle analisi, che durerà alcuni mesi.
Mariangela Cestelli Guidi, ricercatrice Infn, responsabile della linea di luce di sincrotrone nell’infrarosso del Laboratorio Dafne Luce, ha spiegato:
La luce di sincrotrone di Dafne consentirà di analizzare in modo totalmente non distruttivo i micro-frammenti dei minerali contenuti nei grani dell’asteroide Ryugu. Le analisi verranno svolte utilizzando un rivelatore per imaging nel medio infrarosso e consentiranno di evidenziare una eventuale presenza di tracce di materiale organico, fornendo importanti informazioni sulle interazioni fisico-chimiche tra molecole organiche e minerali che potrebbero aver avuto un ruolo nell’origine della vita sulla Terra o in altri corpi del Sistema solare.
L’obiettivo di queste ulteriori indagini è quello di caratterizzare la morfologia e la composizione chimica della superficie dei frammenti, cosa che ci permetterà di avere informazioni preziose per aiutarci a ricostruire la storia di questo asteroide ma anche del nostro Sistema solare.
Giovanni Pratesi, docente di mineralogia planetaria all’Università di Firenze e leader del gruppo di ricerca Unifi