Le molecole scoperte negli oceani aprono nuovi orizzonti per le cure del futuro. Le ricerche sono solo all’inizio, ma sono già promettenti i presupposti per l’impiego in ambito medico e per la creazione di nuovi farmaci.
Che cosa ha scoperto la ricerca
La ricerca ha evidenziato l’importanza delle molecole scoperte nell’oceano. Gli istituti di ricerca in tutto il mondo sono sempre al lavoro per individuare nuove possibili soluzioni, per risolvere eventuali problemi di salute di varia natura. In questo caso, analizzando l’acqua dell’oceano, sono state trovate delle molecole, che fino a quel momento erano sconosciute. Tale scoperta rappresenta una grande novità per i ricercatori, i quali hanno dichiarato che si aprono scenari inediti in campo medico. Infatti, sono già all’opera per la creazione di probabili nuove medicine, che si potranno ottenere grazie a queste molecole rimaste sconosciute fino ad ora.
Gli scienziati hanno scoperto che gli organismi degli oceani, senza importanza relativa alla sua dimensione, ha delle proteine necessarie per l’attività biologica, importanti per l’intero ecosistema marino. Una rivelazione del genere ha entusiasmato gli addetti ai lavori, che si si sono messi in opera per rilasciare negli oceani, uno strumento in grado di rivelare e al contempo assorbire le sostanze rilasciate in modo naturale dagli esseri che abitato il vasto impero degli oceani. L’ambito medico di destinazione sembra affacciarsi a quello degli antibiotici.
Acqua di mare, perché è preziosa
L’acqua del mare da sempre è stata fonte di studio per i ricercatori, un elemento naturale e vitale per il pianeta, per la sua complessità molecolare curiosa e particolare. Conosciamo tutti il mare e siamo abituati a immergerci in questo liquido che nasconde nei fondali, un mondo straordinario ancora oggi, per molti versi, sconosciuto.
Pensando all’acqua di mare, gli stessi ricercatori affermano che con ogni singola goccia, ci si immerge in una moltitudine di molecole di diverse strutture e origini. L’oceano racchiude un mondo di creature, animali ed esseri vegetali, che insieme alla particolare costituzione dell’acqua del mare stesso, sono oggetto di studio da decenni.
Uno strumento per “fiutare” le nuove molecole
I ricercatori hanno uno strumento, creato per “fiutare” in gergo tecnico, le molecole dell’acqua di mare. Si chiama I-SMEL, diventato fondamentale per approfondire lo studio scientifico delle molecole che abitano gli oceani. Tale strumento non è dannoso in alcun modo per l’oceano ed è stato ideato per essere adoperato dai subacquei. Il compito dello strumento è assorbire le essenze molecolari presenti nell’oceano. Lo strumento collegato alla ricerca, ha dato subito esiti positivi.
I risultati sono stati fin da subito sorprendenti analizzando le proteine molecolari marine rilasciate da tre diverse spugne marine. Questi esseri sono ideali per i ricercatori, grazie al loro stato puro e naturale di vivere nei fondali marini. Gli scienziati hanno dichiarato che gli esiti sono stati positivi e puntano a voler provare l’I –SMEL anche a profondità più importanti. Non è uno studio invasivo per l’oceano e l’intero mondo marino, ma solo di conoscenza, che avviene in maniera soft, senza intaccare equilibri e sconvolgimenti degli abitanti dell’eco sistema marino.
Le spugne marine sono esseri marini che si nutrono proprio dell’acqua marina e la filtrano, assorbendo le parti essenziali per la sopravvivenza, composte da microalghe, batteri, protozooi, che arrivano al loro interno, attraverso l’intricata rete che le compongono. Sono diverse tra loro, variano per caratteristiche fisiche, colori e grandezze. Per questo i loro contenuti sono preziosi per la ricerca, proprio perché possiedono caratteristiche differenti, presentando a loro volta, composizioni molecolari ideali per approfondire la conoscenza in biomedica. Le molecole biologiche marine sconosciute, hanno rivelato sostanze preziose per ampliare la conoscenza non solo in campo scientifico, ma soprattutto in un ambito medico davvero importante.