Con l’arrivo della serie animata di Scott Pilgrim su Netflix, torna d’attualità il fumetto di Brian Lee O’Malley, che, oltre ad essere di per sé un cult, è riuscito a conquistare il pubblico mainstream grazie ad un azzeccatissimo live-action del decennio scorso. Ma, in questo approfondimento, vogliamo spiegare cosa rende così importante il fumetto di Scott Pilgrim, che, già all’epoca della sua uscita divenne un qualcosa di dirompente.
Brian Lee O’Malley: un ponte tra due culture
Brian Lee O’Malley è un fumettista canadese che, nei primi anni duemila, ebbe l’idea di contaminare il fumetto americano con il manga. Del resto era il periodo adatto per provare un esperimento del genere (che alla fine si è rivelato essere tutt’altro che un mostro di Frankenstein). I primi anni duemila hanno sancito il definitivo innamoramento dell’Occidente per i manga e per gli anime giapponesi.
In Italia su Italia 1 venivano proposte versioni edulcorate di Dragon Ball e One Piece, mentre MTV offriva produzioni più mature durante la Anime Night, come Death Note e Cowboy Bebop. L’attenzione per l’oriente fumettistico era davvero alta, e si era emancipata dalla storie sui robottoni, che comunque avevano segnato gli anni Ottanta e Novanta. Per questo motivo il fascino del manga arrivò anche fino a Brian Lee O’Malley che, nonostante questa sua propensione, non era esattamente un lettore fumetto giapponese.
O’Malley conosceva soprattutto Ranma 1/2, che comunque aiutò nell’ispirazione per Scott Pilgrim. Ci furono tutta una serie di eventi e situazioni che portarono le storie di Scott Pilgrim a diventare una sorta di caposaldo del fumetto indipendente. Basti pensare che il fatto di proporre le storie in bianco e nero nacque non tanto per una ragione stilistica, bensì per ragioni economiche. Ma il comics, con il bianco e nero, ha acquisito ancora di più uno stampo da fumetto indipendente, e alternativo.
Tutto il contesto intorno a Scott è quello di un film americano indipendente, o un qualcosa che si potrebbe avvicinare alle produzioni di Kevin Smith.
L’idea di raccontare le traversie di Scott Pilgrim che deve sconfiggere gli ex fidanzati di Ramona per coronare il suo sogno d’amore, riesce a calare i lettori in una dimensione sopra le righe, ma, allo stesso tempo, tutto il contesto intorno a Scott è quello di un film americano indipendente, o un qualcosa che si potrebbe avvicinare alle produzioni di Kevin Smith.
La storia di Scott Pilgrim non si concentra in maniera caricaturale solo sul tentativo da parte del ragazzo di sconfiggere i sette ex di Ramona Flowers, ma racconta anche tanto del contesto in cui i personaggi si muovono. Ci troviamo a Toronto in Canada, e Scott è un ventenne come tanti. Lo vediamo impegnato a suonare con la sua band rock, barcamenandosi nel cercare di andare avanti tra lavori e lavoretti in un ambiente che sembra non comprenderlo, ed in cui lo stesso Scott è un po’ alienato.
Molte delle sensazioni che trasmette la storia di Scott Pilgrim sono tutt’ora attuali, anzi, potremmo dire anche esasperate. La divisione tra le generazioni è aumentata, e la differenza di intenti e obiettivi tra giovani e adulti oggi segna un livello di demarcazione totale. Perciò le fughe dalla realtà di Scott rappresentano l’unica vera concretezza, il punto di maggiore emozione e sentimento in un mondo ed una vita che sembrano offrire ben poco.
La rinascita del fumetto indipendente americano
Il tratto stilistico di Brian Lee O’Malley, che propone un qualcosa a metà tra un fumetto giapponese ed un cartone di Cartoon Network, aiuta ancora di più a creare una dimensione alternativa, che sa di realtà, ma che, allo stesso punto permette al lettore di credere alle cose più estreme e alternative. Il periodo in cui O’Malley ha iniziato a pubblicare le storie di Scott Pilgrim (il 2004), è più o meno lo stesso in cui negli Stati Uniti Craig Thompson realizza Blankets, segnando un punto di non ritorno per il fumetto indipendente americano.
Negli stessi anni Jeff Lemire, altro autore canadese, pubblica la graphic novel Essex County, che verrà ritenuta, addirittura, uno dei romanzi cardine del decennio in Canada. Ciò fa intendere come nei primi anni duemila ci fosse un fermento particolare all’interno di una certa produzione nordamericana. Personaggi come Brian Lee O’Malley sono riusciti a trovare una strada nuova all’interno di cui inserirsi. Ma i punti di unione tra O’Malley, Craig Thompson e Jeff Lemire sono diversi.
Il fumetto indipendente americano nei primi anni duemila aveva raggiunto un punto di svolta. Si trattava di una terza ondata, dopo quella degli anni Sessanta di Robert Crumb, e degli anni Ottanta con le Tartarughe Ninja e Il Corvo. Non c’era più bisogno di animali antropomorfi e di storie di genere per attirare il pubblico, bastava raccontare la realtà con un taglio diverso per coinvolgere il pubblico.
Il fumetto indipendente americano nei primi anni duemila aveva raggiunto un punto di svolta.
Brian Lee O’Malley ha tracciato una strada, ma, in realtà non era da solo. Del resto si potrebbe anche dire che l’originalità di Scott Pilgrim sia diversa da quella di Essex County e Blankets. Scott Pilgrim cerca di unire una storia fuori dal norma e sopra le righe, con ciò che poteva vivere un ventenne nei primi anni duemila a Toronto, ma anche in ogni parte del Nord America, o dell’Occidente in generale.
La rivoluzione di Scott Pilgrim è stata questa: raccontare un’eccezionale normalità. Dai primi anni duemila in poi non occorrevano più super battaglie capaci di ridurre in polvere le grandi città, e non occorreva che in palio ci fosse in gioco la vita della Terra intera. Il pubblico iniziava ad essere coinvolto dalle piccole cose, e dalle piccole storie. Bastava un amore conteso per far scattare la scintilla.
La rivoluzione di Scott Pilgrim è stata questa: raccontare un’eccezionale normalità.
Del resto stiamo parlando di una tematica senza tempo. Da Omero, Shakespeare, passando per Ludovico Ariosto, l’idea dell’amore e delle contese per arrivare a conquistare un sentimento, sono state un tema portante di tante storie epiche. Brian Lee O’Malley ha saputo creare un contesto originale per questa tematica super inflazionata. Come se fossimo all’interno di Super Mario Bros., la contesa amorosa passa per delle sfide fuori dal normale, all’interno di un contesto di vita più che normale.
La rivoluzione di Scott Pilgrim sta tutta qui: in quella capacità di unire fumetto occidentale ed orientale, videogiochi e realtà. E la serie animata Netflix non fa altro che rimarcare quanto quel seme gettato vent’anni fa, oggi sia germogliato e più che mai vivace.