A distanza di più di dieci giorni dalla release di Marvel’s Spider-Man 2 iniziamo a ragionare su quello che sarà il futuro della serie di Insomniac Games. Questo articolo contiene spoiler su quello che è il finale dell’avventura, ma anche su alcune delle missioni secondarie nelle quali vi ritroverete impegnati, quindi astenetevi dalla lettura nel caso in cui vogliate evitare di rovinarvi alcune sorprese e scoperte. Per tutti gli altri, tuffiamoci in queste teorie che ci sono state lasciate in eredità dalle scene post-credit e da alcuni dialoghi avvenuti tramite radio al termine soprattutto della sub quest dedicata alla Fiamma insieme a Wraith.
Le scena post-credit
Spider-Man 2 ci lascia ben due scene dopo i titoli di coda, proprio come succede quando approcciamo un film Marvel e sappiamo che bene o male dovremo attenderci qualche gancio per il futuro. La prima ci fa intendere che ci sarà un ritorno di Otto Octavius come antagonista, una sorpresa inaspettata perché eravamo certi di essercelo messo alle spalle. Il ritorno, in grande spolvero, della possibile minaccia di Goblin, però, lo ha spinto a voler scrivere il suo ultimo capitolo, che potrebbe essere anche un gancio per farci intendere che la trilogia (capitolo spin-off a parte) si concluderà proprio con Spider-Man 3. Norman Osborn ha sviluppato dentro la sua testa l’assurda teoria secondo la quale è stato l’Uomo Ragno a distruggere la vita di suo figlio, nel momento in cui Harry stava per essere divorato e dilaniato dal simbionte. Per questo motivo il suo arrivo al Raft non è per niente sorprendente, perché il capo della Oscorp è accecato dalla vendetta e dal desiderio di far sì che suo figlio possa essere in qualche modo vendicato.
A patto che si riesca a capire quale sarà la fine del miglior amico di Peter Parker. Questa scena però non serve solo a farci rivedere Octavius, ma anche a continuare a seminare elementi che conducono al fatto che Norman presto diventerà il villain che tutti ci aspettavamo: Green Goblin sta lentamente sedimentando la propria gestazione e vista la mole di antagonisti che il secondo capitolo di Spider-Man ha saputo mettere in piedi non escludiamo che accanto a Otto non possa esserci anche una degna spalla armata di bombe e overboard: d’altronde il filmato finale dell’avventura ci consegna una telefonata di Norman nella quale chiede di preparare il siero G, un’alternativa per curare suo figlio più efficace – si pensa – del simbionte venuto dallo spazio. La sostanza è inevitabilmente collegata all’inizio della trasformazione in Green Goblin.
Non è nemmeno detto che possa essere Norman il destinatario di questa trasformazione, d’altronde Insomniac Games ci ha mostrato che variazioni sul tema possono funzionare senza problemi. Che Harry possa provare una nuova esperienza dopo aver indossato i panni di Venom? È tutto da scoprire, ma intanto dal team di Burbank fanno sapere che avrebbero voluto sin dall’inizio inserire dei riferimenti al Green Goblin, addirittura nel primo capitolo, salvo poi rendersi conto di aver già seminato abbastanza tra Task Master, Black Cat e anche i Sinister Six: non ci sarebbe stato abbastanza spazio per un personaggio dal carisma così alto, incentivato anche dall’ottimo lavoro che Sam Raimi fece nella sua trilogia nel proporci un personaggio molto sfaccettato. Norman, d’altronde, sta costruendo il proprio percorso in un climax che lo ha condotto dapprima a compiere nefandezze e ad arrecare malessere all’intera città, poi nel secondo capitolo a rovinare la vita di suo figlio, nonostante sia stato fatto tutto per il suo bene. Siamo nel campo delle supposizioni, ma anche delle certezze di ciò che sarà il futuro. In attesa anche di un altro personaggio.
Cindy Moon
La bravura del team di narrative in Spider-Man è stata quella di riuscire a recuperare personaggi dai sobborghi editoriali dell’Uomo Ragno e accostarli in maniera sapiente a quelli che sono, invece, i principali personaggi della vicenda. Nella post-credit che chiude la serie delle cutscenes abbiamo l’occasione di andare a scovare un’altra piccola scoperta dell’universo Marvel, introdottaci dalla madre di Miles Morales. Sappiamo che Rio ha deciso di rifarsi una vita sentimentale e, dopo aver cercato l’approvazione di suo figlio, inizia ad attendere il momento propizio per poter invitare a casa, a cena, la persona con cui sta uscendo. Si tratta di Albert Moon, un uomo che si presenta a casa Morales con sua figlia Cindy, che vediamo per adesso soltanto di spalle, per aumentare il mistero. Vediamo però suo padre, di chiara origine coreana, il che ci permette subito di concretizzare che siamo dinanzi a Cindy Moon. Nella sua storia editoriale la ragazza diventa una Spider-Woman che decide di chiamarsi Silk dopo esser stata morsa da un ragno radioattivo. Iniziamo a essere tanti, eh?
In origine l’intenzione di Insomniac pare essere stata quella di provare a inserire Gwen Stacy, così da cavalcare anche il successo avuto dalla controparte di Miles Morales nell’universo cinematografico di Spider-Verse, ma capiamo il senso della necessità di andare a scovare qualcosa di più legato ai fumetti che ai nuovi media. D’altronde anche per Spider-Man 2 le intenzioni originali erano quelle di cavalcare di più l’onda editoriale rispetto a quella derivata. Cindy, inoltre, è uno dei personaggi più giovani dell’universo dell’Uomo Ragno: creata da Dan Slott nel 2014, ha avuto anche due testate solitarie. Il modo in cui il team di Burbank andrà a inserirla nelle vicende del videogioco è il più forte dubbio che ci assale in questo momento, alla luce del fatto che le vicende editoriali di Silk sono molto atipiche. Dopo esser stata morsa dallo stesso ragno che colpì Peter Parker, infatti, è stata rinchiusa in un bunker dal quale proprio Spider-Man andrà a liberarla. La Cindy che si presenta alla porta di Miles Morales non sembra nelle condizioni di soffrire già dei propri poteri, né di essere appena fuggita da un rifugio costruito appositamente per lei. Inoltre, durante la propria reclusione perde interamente le tracce della sua famiglia, il che in futuro la spingerà a indagare sulla sparizione dei genitori. Servirà un grande lavoro di retcon, insomma.
Delilah e il mistero degli Spider-Bot
Raccolti tutti gli Spider-Bot seminati per la città arriverete a scoprire il mistero del Ragnoverso. Genke vi farà sapere di essere riuscito a tracciare l’origine di questi strani congegni risalendo a Delilah. Non siamo dinanzi a un personaggio molto noto dell’universo dell’Uomo Ragno, anche perché risalente al 1996 e non di first tear quando parliamo dei personaggi Marvel, ma è indubbio che la sua presenza può scatenare delle derivazioni molto interessanti per il multiverso nel terzo capitolo di Spider-Man. Non a caso il modo in cui Delilah appare nel videogioco è lo stesso stile grafico usato in Across The Spider-Verse, oltre al nominare in maniera molto limpida e serena Miguel O’Hara, Spider-Man del quale Miles Morales e Peter Parker non sanno ancora nulla nella serie di Insomniac. Proprietaria del Bar senza Nome, avrebbe dovuto essere inserita e presentata nell’ultimo film animato dedicato al multiverso, ma alla fine si è preferito evitare di allungare troppo il brodo e seminare più elementi di quanti non ne siano già stati proposti nel film. in ogni caso, Delilah risponde all’identikit di una temuta assassina, dichiarata antagonista dell’Uomo Ragno e tra l’altro presente anche nell’artbook del film. Segno del fatto che la sua eliminazione è stata proprio una decisione dell’ultimo secondo; decisione che non ha fermato Insomniac dal seminare questo elemento e provare un collegamento con il mondo dello Spider-Verse.
Non c’è molto da aggiungere, invece, su Scream che possiamo vedere con i nostri occhi e combattere anche. Venom d’altronde non è l’unico simbionte col quale dobbiamo confrontarci, perché la stessa MJ viene colpita dall’alieno che trasforma tutti e mostra la nostra reale natura. Non pensiamo che ci possa essere un ritorno di Scream in futuro, ma è stata interessante la versione proposta da Insomniac, che ha permesso a Marie Jane di scatenare tutta la propria rabbia repressa nei confronti di Peter. Nei fumetti Scream era figlia di un esperimento che aveva coinvolto la volontaria Donna Diego, ma nel corso della sua avventura si ritrovava anche a vivere nel corpo di Patricia Robertson, dopo un incontro ravvicinato con un altro personaggio molto importante per l’universo di Spider-Man: Cletus Kasady. E proprio di lui arriviamo a parlare adesso, chiudendo il cerchio di ciò che ci aspettiamo nel terzo capitolo di Spider-Man.
Il simbionte rosso
Terminata la missione secondaria della Fiamma attraverso le poche richieste che ci vengono presentate da Yuri, ci confrontiamo telefonicamente proprio con Wraith su ciò che stava architettando il rosso antagonista di New York, pronto a far esplodere tutto. Si scopre che in realtà l’uomo puntava forte solo all’ottenere un simbionte da un colore diverso rispetto a quello di Venom: stavolta è rosso, proprio come lui. Nell’andare a elencare le varie personalità e gli alias che corrispondono alla Fiamma, Peter a un certo punto pronuncia un nome che fa drizzare i nostri sensi di ragno, ossia Cletus Kasady, il primo ospite del simbionte Carnage. Fatto deragliare un treno della Oscorp all’interno del quale sono contenuti i simbionti, Cletus finisce per annunciare a Peter che presto arriverà l’ora di New York e tutto porterà alla verità, al giudizio e alla carneficina, che in inglese non è altro che “carnage”, il nome che assumerà una volta entrato in contatto con il simbionte. Un’altra importante variazione sul tema editoriale, dato che Kasady entra in contatto con il suo simbionte grazie a Eddie Brock, ossia Venom, del quale è compagno di cella dopo esser stato condannato a undici ergastoli.
Anche in questo caso, non è detto che in Spider-Man 3 avremo un ritorno dei simbionti, dato che hanno avuto il loro ampio spazio in questo secondo capitolo. Potrebbe avere molto più senso inserirlo in un possibile DLC, dato che la base delle movenze è già stata assicurata e testata con Venom: basterà lanciarsi in un’operazione che non sia un semplice reskin, dato che la furia di Carnage è molto più sadica e spaventosa di quanto abbia potuto mostrarci Harry con il suo simbionte. In ogni caso il materiale a disposizione c’è e Spider-Man è sicuramente pronto per andare a scoprire questo nuovo mistero: d’altronde si tratta dell’unica side quest che Insomniac non ha voluto chiudere del tutto, permettendo a Cletus di scappare e continuare a seminare il panico per New York.