Le “sale giochi” con cabinati, flipper, juke-box e biliardini sono oramai solo un ricordo degli ultratrentenni: esiste ancora qualche locale (ad esempio, in alcuni cinema) che esibisce, all’angolo, qualche sparuta macchina, ma si tratta di vestigia di un tempo passato che, probabilmente, non tornerà più e che le nuove generazioni stanno conoscendo solo tramite film e serie tv come Stranger Things. Ma che fine hanno fatto tutti i cabinati originali di un tempo? Alcuni sono andati al macero o in discarica, altri sono rimasti abbandonati chissà dove, altri, per fortuna, sono stati recuperati, restaurati e portati a nuova vita, come quelli di cui vi raccontiamo oggi.

Nel 2018 arriva, alle orecchie dei ragazzi di The Arcade Garage (che avevamo già ospitato sulle pagine di Lega Nerd qualche anno fa: in calce trovate il video dell’epoca) la segnalazione di un un gruppo di esploratori urbani che aveva scoperto l’esistenza di una stanza piena di cabinati arcade all’interno di una ex colonia marina abbandonata nei pressi di Rimini. Abbiamo raggiunto il deus ex machina della ditta, Sasha Bartocci, e ci siamo fatti raccontare tutta la storia.

Dopo cinque anni di email e telefonate a enti locali, proprietari passati, giudici e curatori fallimentari, finalmente è stato possibile entrare in contatto con l’imprenditore che ha acquistato all’asta la struttura per farne un resort di lusso, il quale ha accompagnato i restauratori in questo fantastico recupero, quasi ai confini della realtà: all’interno del complesso sono stati trovati, difatti, un numero inusitato di storici cabinati.

Si tratta di una trentina di cabinati (e un flipper) abbandonati da più di trent’anni, alcuni particolarmente rari e risalenti agli ’80, date le grafiche. I mobili in sé hanno resistito bene al tempo, all’incuria e alla salsedine, anche se purtroppo i componenti interni sono stati saccheggiati da vandali e malintenzionati, nel corso degli anni, dei materiali metallici ed elettronici, probabilmente per il loro mero valore di materia prima.
Quel che conta, ad ogni modo, è che la base è stata preservata: ora a Sasha Bartocci e al suo team spetta un duro (ma gratificante) lavoro di restauro, che riporterà i cabinati a nuova gloria. Trovate altre info sui loro restauri sulla loro pagina Facebook e su YouTube.

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