I progressi della medicina hanno fatto passi da gigante nell’ultimo secolo, ma una sfortunata realtà è che non esiste ancora una cura o un trattamento efficace per il morbo di Alzheimer. Ma una nuova ricerca apre un nuovo capitolo nella conoscenza di questa malattia. Il cuore di questa ricerca del King’s College London, è l’ippocampo, una regione critica del cervello coinvolta nella memoria e nell’umore. Si è scoperto che i topi sottoposti al trapianto di microbiota appartenente a pazienti affetti da Alzheimer, mostrano un deterioramento significativo della loro funzione cognitiva, suggerendo che i batteri intestinali potrebbero influire direttamente sulla neurogenesi dell’ippocampo.

Il trapianto di Alzheimer ha rivelato che i topi affetti dalla malattia soffrivano rapidamente di disturbi cognitivi che influivano sulla memoria e sul comportamento

I ricercatori sono partiti da un’intuizione sugli gli aminoacidi e gli enzimi presenti nei batteri intestinali delle persone con Alzheimer e come questi possono ostacolare la formazione e la crescita di nuove cellule cerebrali. Nel corso di 10 giorni, il microbiota intestinale di 16 pazienti affetti da Alzheimer e di 16 pazienti non affetti dalla malattia è stato trapiantato in topi per verificare la teoria. Gli animali sottoposti al trapianto di Alzheimer, infatti, hanno mostrato un rallentamento neurologico dovuto al fatto che l’ippocampo non è riuscito a generare nuovi neuroni in questa regione del cervello.

Anche se la strada è ancora lunga, ci sono ragioni per essere ottimisti riguardo a questa promettente scoperta

Al momento resta da vedere se questa ricerca genererà una cura generalizzata o se sarà efficace specificamente ai pazienti nelle prime fasi della demenza. Un dato di fatto è l’ovvia correlazione tra la salute dell’intestino e l’avanzamento della malattia di Alzheimer. Per questo, gli studi futuri esploreranno sicuramente i fattori che influenzano la salute dell’intestino, come lo stile di vita (dieta ed esercizio fisico), lo stato di salute e l’anamnesi dei farmaci.

Microbiota from Alzheimer’s patients induce deficits in cognition and hippocampal neurogenesis (Brain)