Il governo italiano ha recentemente introdotto un piano per incentivare il ritorno delle imprese nel paese, offrendo significativi vantaggi fiscali. Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha annunciato una proposta chiave nel decreto legislativo sul fisco internazionale, approvato preliminarmente dal Consiglio dei ministri. Il fulcro di questa iniziativa è la riduzione delle imposte del 50% per le imprese che scelgono di riportare le proprie attività in Italia.
Questa misura è stata pensata per supportare le aziende italiane che in passato hanno delocalizzato all’estero, cercando di invertire questa tendenza. Leo ha enfatizzato l’importanza di riportare in Italia le imprese che avevano trasferito le loro operazioni in paradisi fiscali e all’estero, offrendo loro una tassazione notevolmente più vantaggiosa. Questo significa che le imprese che decidono di fare reshoring in Italia saranno soggette a una tassazione del 50% in meno rispetto a quanto avrebbero pagato altrimenti.
Oltre a questa iniziativa per le imprese, il decreto legislativo comprende un regime agevolato per i lavoratori dipendenti e autonomi che tornano a stabilirsi fiscamente in Italia, che entrerà in vigore dal 2024 e potrà durare fino a cinque anni. Inoltre, il decreto introduce la Global Minimum Tax, che impone un’aliquota minima del 15% per le multinazionali.
Il concetto di reshoring è una componente chiave di questo piano, consentendo alle aziende di spostare nuovamente le proprie attività in Italia dopo averle delocalizzate in altri paesi. Questo piano prevede la possibilità di dimezzare l’imponibile fiscale, sia in termini di Ires che di Irpef, a seconda delle circostanze, nonché dell’Irap. Inoltre, le imprese che tornano in Italia da paesi al di fuori dell’Unione Europea o dello Spazio economico europeo riceveranno incentivi aggiuntivi. Tuttavia, se un’azienda beneficia di questi vantaggi fiscali e decide di delocalizzare nuovamente entro cinque anni, lo Stato potrà recuperare i benefici economici precedentemente concessi.