Beckham: la recensione della docuserie dedicata al calciatore inglese

Che siate amanti del calcio, fedeli sostenitori di una squadra inglese oppure semplici fan dei gossip è impossibile che nel corso della vostra vita non vi siate imbattuti in qualche immagine, rumor o persino intervista di David Beckham. David Beckham non è solo l’ex calciatore inglese del Manchester United, come praticamente tutti sapranno, ma è anche il marito di Victoria Adams , ora Victoria Beckham. 

Dall’esordio con la maglia del Manchester United a quello con la nazionale inglese fino al duro periodo post mondiale del 1998, ecco che la docuserie di Netflix in 4 puntate, dalla lunghezza superiore all’ora, ci porta nel dietro le quinte della vita pubblica ma soprattutto privata di David Beckham. All’interno della serie sono contenuti filmati inediti frutto della collezione privata di Ted Beckham, il padre di David, interviste esclusive a colleghi del calciatore e alla moglie Victoria oltre che alle altre Spice Girls. Per la primissima volta David si racconta senza filtri trasmettendo l’umanità e la serietà che tanti non hanno mai filtrato nel bellissimo calciatore inglese. Salute mentale, famiglia e fame di vittoria: questi sono i tratti salienti di Beckham, la miniserie Netflix disponibile sulla piattaforma streaming dal 4 ottobre.

Fidatevi, anche se non siete appassionati di calcio ma siete sempre stati incuriositi dalla figura di David Beckham, questa serie potrebbe fare per voi. 

David Beckham: l’uomo dietro al calciatore 

Ormai con il boom delle piattaforme streaming siamo sempre più bombardati da contenuti dai generi più disparati e scegliere cosa guardare durante il nostro tempo libero finisce per rivalersi una vera impresa. Non è affatto facile scovare prodotti interessanti tra la marea di novità che ogni piattaforma sforna quotidianamente. Per questo, siamo qui oggi, per segnalarvi una docuserie che potrebbe passare inosservata ma che merita la visione, sia per il contenuto che per la maniera in cui è stata montata e diretta. 

Beckham è una docuserie in quattro parti che mostra i retroscena di una delle più polari star del calcio mondiale e icona culturale degli anni ’90 e dei primi anni 2000. David Beckham è una delle figure più note del pianeta, impossibile negarlo ed inutile nascondersi dietro le apparenze. I Beckham sono persino amici della corona inglese, due figure influenti sotto tutti i punti di vista. Peccato che solo in pochi prima di questo momento abbiano conosciuto davvero David. La serie tv ha proprio questo obiettivo: raccontare allo spettatore e sicuramente ai fan ma, ad avviso di chi scrive, soprattutto ai curiosi, l’uomo che si è celato per tantissimi anni dietro all’immagine del calciatore e modello. Con grande piacere vi comunichiamo che la serie riesce a pieno nel suo obbiettivo. Netflix sa creare i documentari ed anche questa volta lo dimostra. 

La serie racconta chi è David nella vita oltre al calcio, quali sono i suoi traumi per tanto tempo taciuti e le sue emozioni. Beckham è un vero viaggio attraverso la carriera e le emozioni del calciatore più amato ed odiato d’Inghilterra.

Le origini del calciatore più popolare del Regno Unito

Come ogni docuserie che si rispetti lo show sceglie di partire dall’inizio, ovvero dall’infanzia di David, raccontando allo spettatore come è nata la passione per il calcio. In sostanza gli è stata trasmessa dal padre. In questo caso però non si tratta di una semplice situazione di passatempo condiviso. Per Ted Beckham il calcio doveva diventare un vero mestiere per il figlio, era il suo sogna. Tante volte nella vita delle persone comuni capita che un sogno infranto per i genitori si trasformi in un’eredità da tramandare ai figli, questo è il caso. 

Per Ted Beckham le giornate passate con David a giocare a calcio non erano fondamentalmente un gioco. Ted allenava accuratamente il piccolo figlio fin dalla tenera età. Il controllo della palla era tutto per lui. David ha imparato da piccino ad addomesticare il pallone ed a gestirlo secondo le sue personali inclinazioni. Il talento è naturale ma se non adeguatamente allenato e perfezionato non può essere sfruttato al meglio. 

Così ha inizio la carriera di David tra una piccola squadra della contea dell’East London. Già da subito era palese che il bambino fosse nettamente più preparato e dotato rispetto ai suoi coetanei ma chi l’avrebbe mai detto che nel giro di qualche anno avrebbe vinto, sempre nei campionati per ragazzi e lontani dalla Premier League, ben 92 partite di fila segnando tantissimi gol incredibili? Forse nessuno, eppure è successo. 

Il talento di David Beckham non è passato inosservato ed è stato notato da un osservatore del Manchester United. Dal 1986 al 2023 sulla panchina e dietro la scrivania del Manchester United sedeva Ser Alex Ferguson, un nome che anche i meno informati conosceranno sicuramente. È stato proprio Ser Alex a chiamare in tarda serata la famiglia Beckham per proporre al ragazzo il suo primo contratto con una squadra importante. Dall’età di 12 anni David Beckham ha calcato i prati del calcio che conta indossando maglie di squadre blasonate e pluripremiate. La carriera di David da quel momento era scritta. Quando persino Ferguson si accorse del talento di Beckham il sogno di David e di suo padre diventò realtà. 

La figura paterna diventa duplice per David: papà Ted da un lato e Ferguson dall’altro lo proteggeranno per tutta la sua carriera, citandolo nei momenti più duri e consigliandolo senza interessi alcuni in quelli più delicati.

Lo show, mediante un interessante montaggi che mostra le reazioni del David di oggi alla visione del David del passato, svela il debutto di David in Premier League e il passaggio in prima squadra ma la svolta della serie avviene con la consacrazione di David a puro talento riconosciuto dai media nella stagione 97-98, anno in cui ottiene la convocazione in nazionale e la presenza tra la rosa dei mondiali di calcio di Francia ’98. Peccato che non tutto sia andato a finire come sperato. 

I mondiali del ’98 e le conseguenze del calcio a Simeone: David Beckham da paladino di una nazione a persona più odiata dagli inglesi

Spesso ci chiediamo come sia possibile passare dalle stelle alle stalle in un solo momento. Temo che anche David Beckham si sia fatto ripetutamente questa domanda nel corso della sua vita e, come lui stesso ha ammesso, sia giunto ad una solo conclusione: il rimorso per il calcio dato a Simeone è ancora molto forte.

La stagione calcistica del 1998 è stata molto importante per lui, per non dire decisiva. La sua crescita tra le fila del Manchester United era sotto l’occhio di tutti. Stampa inglese e media internazionali elogiavano le prestazioni del calciatore gridando alla spettacolarità dei suoi assists e delle sue punizioni. David Beckham era un calciatore unico che nel giro di un minuto poteva far volare la sua squadra nell’olimpo del calcio. 

Le vittoria del campionato con il Manchester e le sue incredibili giocate sono state notate anche dall’allenatore della nazionale inglese dell’epoca, Hoddle, un punto calcistico di grande riferimento per David. Peccato che a volte i propri idoli quando cessano di essere tali si rivelano un enorme delusione. 

I mondiali del ’98 da sogno raggiunto diventano un vero incubo per il calciatore. La stampa inizia a bollarlo come poco concentrato a causa di vicende extracalcistiche legate alla sua vita privata, che a casa della sua popolarità finiva per oscurare i meriti sportivi, ma di questo parleremo nel paragrafo successivo. 

La salute mentale dei calciatori negli anni ‘90

Purtroppo non tutti sono riusciti a digerire la fama di David e l’allenatore dell’Inghilterra del’98 è tra questi. Facendosi influenzare dai media Hoddle tolse dalla rosa dei titolari la sua stella di punta: David. Il ragazzo all’epoca appena 23enne soffrì tanto per l’esclusione dalla formazione titolare dovuta a vicende che nulla avevano a che fare con il suo rendimento sportivo e tentò ogni sorta di impresa per conquistare un posto fin dai primi minuti. Il ritorno di David Beckham tra la rosa dei titolari consentì all’Inghilterra di qualificarsi alla finale dei mondiali ma quella partita costò caro a David. 

La miniserie sceglie raccontarci mediante un montaggio che mixa immagini del passato a interviste del presente la sequenza in cui durante la finale dei mondiali David calciò Simeone, guadagnando così il cartellino rosso e l’inizio di un periodo davvero doloroso. 

Ciò che tanti non sanno, e che la serie per la prima volta rivela, sono le conseguenze di quell’accaduto sulla salute mentale di David. L’Inghilterra perse la finale contro l’Argentina ai rigori e David divenne il capro espiatorio. L’intera nazione lo ritenne responsabile della sconfitta soprattutto a seguito delle incessanti insinuazioni della stampa. David veniva dipinto come un ragazzo montato, interessato soltanto al gossip ed alla sua relazione amorosa e poco al calcio. 

Gli insulti ed i soprusi che David ha subito per tutto il periodo successivo ai mondiali furono tremendi ed estenuanti. Si trattava di veri e propri attacchi di bullismo da parte di stampa e tifosi. David veniva preso d’assalto ovunque andava, riceveva minacce di morte e cori ricchi di insulti per tutta la durata delle prime fasi del campionato seguente. Soltanto i tifosi del Manchester gli erano fedeli, ma non tutti. 

La salute mentale di David in quel periodo era molto fragile ed il calciatore soltanto nella miniserie Netflix confessa di aver conservato sempre dentro di se le sue emozioni. Era visibilmente fragile in quel periodo, a detta dei suoi cari, ma non ha mai reagito a nessun tipo di insulto. David è riuscito a superare il periodo più difficile della sua carriera grazie al supporto della sua squadra e dell’allenatore. Ferguson creò nel suo team l’idea del Manchester contro tutti, della squadra più odiata del mondo contro tutte le altre. Questo spronò i calciatori del team, che senza farsi problemi prendevano le difese di Beckham durante le interviste ed in campo. David mostrò l’eleganza e lo charm che lo hanno sempre contraddistinto in tutta la sua carriera e fece del suo dolore la sua forza portando il Manchester a vincere la tripletta nella stagione ’98-99. Un record assoluto per una squadra inglese. 

Peccato che nessuno in quegli anni si sia mai soffermato a pensare al dolore fisico e mentale che ha provato il calciatore. Per ammissione degli stessi membri del Manchester, all’epoca non veniva contemplata la terapia all’interno di una squadra di calcio. Non erano presenti i mental coach né figure sostituite che potessero fornire aiuto psicologico agli atleti. Una situazione come quella di Beckham nel 2023 sarebbe stata ritenuta inaccettabile, nessuno al giorno d’oggi avrebbe permesso che un calciatore subisse simili soprusi. Peccato che nel passato questo sia accaduto e che nessuno abbia mai alzato un dito per impedirlo. 

Fortunatamente la serie tv si sofferma a più riprese a sottolineare l’importanza della salute mentale, facendo di questa tematica uno dei suoi pilastri fondamentali. La serie è intelligente ed esattamente attenta alle emozioni. Come rivela il montaggio, in più occasioni vediamo cosa prova ora David alla visione di situazioni del passato. Una scena rischiosa ma vincete che pone l’uomo David di ora prima di ogni cosa.

David e Victoria Beckham: una storia d’amore che nemmeno i paparazzi sono riuscita a spezzare

Come avrete tranquillamente potuto intuire la relazione tra David e Victoria è una delle grandi protagoniste della serie. Proprio per tale motivo, chi scrive ritiene che, la serie potrebbe piacere tanto anche ad un pubblico interessato anche solo saltuariamente alla cultura pop. In fondo ogni buona serie che si rispetta inserisce tra le sue tematiche l’amore e la docuserie su David non è da meno. D’altronde come ignorare la storia d’amore più famosa del Regno Unito dopo quella dei reali inglesi?

David e Victoria si raccontano durante i 4 episodi dello show, sia individualmente che come coppia. I due affrontano la storia partendo dal loro primo incontro alla stadio, un incontro folgorante per entrambi, fino all’inizio della loro relazione. Nei primi tempi si vedevano soltanto in macchina nei parcheggi. Erano ben consapevoli della loro popolarità e non si reputavano ancora pronti a mostrarsi in pubblico, sapendo bene che poi la stampa li avrebbe tormenti ma non credevano fin al punto da non poter stare tranquilli. 

I due simboli dell’Inghilterra di fine anni ’90 riuniti assieme divennero il frutto delle attenzioni della moda, sempre più brand iniziarono ad investire su di loro ed a supportarli. David e Victoria avevano una carriera assicurata al di fuori della loro professione principale, non è un caso se Victoria scelse di lasciare le Spice Girls senza troppi tentennamenti dal punto di vista lavorativo. 

Ciò che lo show ci mostra per la prima volta è il supporto che i due si sono sempre dati l’uno all’altro negli anni, nelle rispettive attività e situazioni emotivamente difficili. Nonostante la distanza e l’ingerenza dei paparazzi che avrebbe fatto allontanare anche gli innamorati più persi, David e Victoria ancora oggi sono felicemente sposati. I figli sono il coronamento del loro sentimento e la dimostrazione tangibile della cura che hanno entrambi prestato alla costruzione della loro famiglia. I Beckham partecipano agli avvenimento tutti insieme, si supporto pubblicamente come praticamente nessuna famiglia, nemmeno i reali inglesi, fa. 

Forse molti grideranno alla falsità della dichiarazioni inedite dello show ma d’altronde tanti negli anni li hanno odiati ed amati, un fan o un detrattore in più non cambierà di un filo la fama e l’essere iconica della coppia composta da David e Victoria Beckham. 

80
Beckham
Recensione di Chiara Giovannini

Beckham è la docuserie che rivela le emozioni dell'uomo che per tanto tempo abbiamo conosciuto solo come il calciatore e sex symbol David Beckham. Anche i non fan del calcio trieranno interessanti le rivelazioni svelate nello show. Intrattiene e convince film dal primo episodio.

ME GUSTA
  • Le emozioni di David Beckham vengono finalmente alla luce
  • La storia d'amore più polare del Regno Unito viene raccontata direttamente dai suoi protagonisti, senza filtri
  • Sono contenuti filmanti ed interviste inedite
  • La salute mentale ha tutto lo spazio che merita
  • Ottimo il montaggio delle immagini
FAIL
  • Forse i capitoli possono risultare eccessivamente lunghi
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