Uomini e donne non sono ugali per i farmaci: la nuova scoperta (grazie ad uno strumento creato ad hoc)

Ricercatori dell’UVA Health hanno fatto una scoperta che potrebbe rivelarsi cruciale nel campo dello sviluppo di farmaci più sicuri ed efficaci, introducendo un nuovo strumento per comprendere come i farmaci agiscano in modo diverso su uomini e donne. Questo progresso è particolarmente rilevante considerando il numero sproporzionato di problemi al fegato riportati dalle donne a causa dei farmaci.

Simulazioni computerizzate

Per affrontare questa disparità, gli scienziati dell’UVA hanno creato sofisticate simulazioni al computer dei fegati maschili e femminili. Queste simulazioni hanno rivelato in dettaglio le differenze specifiche tra i sessi, in particolare nel modo in cui i tessuti sono influenzati dai farmaci. Il nuovo modello non solo fornisce un’inedita comprensione dei processi biologici nel fegato, ma si presenta anche come uno strumento potente per lo sviluppo dei farmaci. Questo aiuterà a garantire che i nuovi farmaci non causino effetti collaterali dannosi, migliorando la sicurezza e l’efficacia delle terapie farmacologiche.

L’importanza della giusta dose: le differenze di genere

Il Dott. Jason Papin, uno dei creatori del modello, sottolinea l’importanza cruciale di assicurare che uomini e donne ricevano la dose appropriata dei farmaci. I sottili cambiamenti di dose possono causare tossicità in individui specifici, sottolinea il Dr. Christopher Holstege, direttore del Centro Antiveleni Blue Ridge dell’UVA Health. L’analisi dell’Adverse Event Reporting System della FDA ha rivelato che le donne segnalano con maggiore frequenza problemi epatici correlati ai farmaci rispetto agli uomini. Gli scienziati hanno quindi approfondito la ricerca, sviluppando modelli computerizzati del fegato maschile e femminile proprio per comprendere meglio le cause di questa disparità.

La via verso farmaci più sicuri

La ricerca ha identificato diversi processi cellulari chiave che spiegano le differenze di sesso nei danni al fegato. Queste scoperte aprono la strada a ulteriori indagini sulla “epatotossicità” e si spera che il modello sviluppato diventi uno strumento prezioso per sviluppare farmaci più sicuri e personalizzati.

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