Un recente studio sui pappagalli dei Caraibi ha rivelato che le specie ritenute uniche per specifiche isole erano in realtà più diffuse e variate di quanto si pensasse in precedenza. La ricerca ha aiutato a spiegare perché i pappagalli, soprattutto quelli delle isole, siano diventati il gruppo di uccelli più minacciato del mondo.
Gli autori dello studio hanno sottolineato che gli esseri umani non sono arrivati sulla maggior parte delle isole del mondo fino a relativamente poco tempo fa, il che ha reso le isole luoghi favorevoli per studiare l’impatto naturale e antropogenico sulla diversità e la distribuzione delle specie.
Durante il primo viaggio di Cristoforo Colombo nei Caraibi nel 1492, le colonie di pappagalli erano così abbondanti da “oscurare il sole”. Tuttavia, oggi più della metà delle specie di pappagalli dei Caraibi, tra cui macaw e parrotlet, sono estinte. La limitata conoscenza delle loro distribuzioni storiche ha ostacolato gli sforzi di conservazione per le specie rimaste.
Gli scienziati hanno sottolineato che le persone sono sempre state affascinate dai pappagalli, e i popoli indigeni li hanno spostati attraverso i continenti e tra le isole per migliaia di anni. Questa pratica è continuata con i colonizzatori europei e prosegue ancora oggi.
A causa dei secoli di commercio, è stato difficile stabilire come i pappagalli siano giunti nelle loro attuali località. Metà delle 24 specie di pappagalli attualmente presenti nei Caraibi è stata introdotta da altre regioni, e non è chiaro se i pappagalli nativi abbiano evoluto nelle isole in cui vivono o siano stati trasportati lì.
I pappagalli sono spesso scoperti in siti archeologici e presentano un notevole registro fossile nei Caraibi. Recenti avanzamenti nella tecnologia del DNA hanno permesso l’identificazione delle specie fossili. Gli esperti hanno utilizzato metodi di sequenziamento genetico per stabilire collegamenti tra uccelli dei Caraibi estinti e quelli presenti in Africa e in Nuova Zelanda.
La ricerca si è concentrata principalmente sui pappagalli cubani ed ispaniolani del genere Amazona. Mentre le specie di pappagalli cubani prosperano in alcune aree dei Caraibi, le specie ispaniolane rischiano l’estinzione e sono limitate all’isola omonima. L’analisi del DNA ha rivelato alcune scoperte sorprendenti, come il fatto che i fossili precedentemente attribuiti ai pappagalli cubani nelle Bahamas erano in realtà dei pappagalli ispaniolani. Questo suggerisce che i pappagalli ispaniolani un tempo si estendevano attraverso le Bahamas prima dell’arrivo degli esseri umani.
Lo studio ha anche messo in luce il ruolo dell’umanità nella distribuzione delle specie e ha sottolineato l’importanza di comprendere la diversità storica delle specie per preservare ciò che resta della loro diversità.