Trapianto di cuore fermo: una svolta nella medicina

Nel cuore dell’Emilia-Romagna, presso il Sant’Orsola di Bologna, si è recentemente verificato un trapianto di cuore che rappresenta un importante passo avanti nell’ambito delle procedure di trapianto e offre nuove speranze ai pazienti in attesa di un organo vitale. Questo trapianto ha coinvolto un cuore che aveva cessato di battere per un periodo di 20 minuti, una donazione a cuore fermo, e ciò che lo rende ancor più straordinario è che, per la prima volta in Italia, è stata l’equipe medica specializzata a spostarsi presso il donatore per il prelievo dell’organo.

Questo approccio innovativo mira a garantire una maggiore replicabilità e prestazioni superiori nelle procedure di trapianto cardiaco. È un’innovazione dirompente, in quanto tradizionalmente è stato il cuore donatore a essere trasportato verso la struttura di cardiochirurgia per il trapianto. L’Unità operativa di Cardiochirurgia dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola di Bologna, sotto la guida del professor Davide Pacini, è stata responsabile dell’operazione, con il supporto dell’Ecmo team dell’ospedale di Cesena. Il cuore è stato prelevato presso l’ospedale di Santa Maria delle Croci a Ravenna e successivamente sottoposto a una tecnica avanzata di riperfusione che ha preservato le funzionalità dell’organo, facilitando la ripresa cardiaca anche dopo la “morte cardiaca” del donatore, un periodo di osservazione che in Italia è stabilito per legge a 20 minuti, in contrasto con i 5 minuti della media europea. Il trapianto del cuore è stato poi effettuato con successo al Sant’Orsola.

Questo rappresenta il primo trapianto di cuore “a cuore fermo” in Emilia-Romagna e il settimo in Italia. La maggior parte dei trapianti di cuore nel paese ancora coinvolge cuori donati da individui con morte cerebrale, prelevati mentre il cuore è ancora in battito. La donazione a cuore fermo è già in crescita per altri organi come reni, fegato o polmoni, ma rappresenta una sfida maggiore per il cuore, che è particolarmente sensibile alla mancanza di ossigeno durante l’arresto della circolazione sanguigna.

Il successo di questo trapianto è il risultato di una rete di professionisti altamente specializzati, che ha reso l’Emilia-Romagna un punto di riferimento nel campo della donazione e del trapianto d’organi. Il Sant’Orsola, con il suo Centro Trapianti regionale, ha stabilito un record nazionale per il numero di trapianti effettuati negli ultimi tre anni, con 39 interventi eseguiti da gennaio 2023, inclusi 8 trapianti pediatrici. Questo successo testimonia l’impegno costante di questa regione nel salvare vite attraverso il trapianto d’organi e apre nuove possibilità per i pazienti in attesa di un cuore salvifico.

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