L’eredità di Leonardo Del Vecchio, il fondatore di EssilorLuxottica, è diventata oggetto di una controversia complessa a quindici mesi dalla sua scomparsa nel giugno 2022. La disputa ruota attorno ai 56 milioni di euro di tasse di successione che devono essere pagati all’Erario, e coinvolge otto eredi.
Gli eredi di Del Vecchio includono sei figli nati dal suo matrimonio con Luciana Nervo (Leonardo Maria, Luca e Clemente) e altri parenti, tra cui Claudio, Marisa e Paola. C’è anche la vedova Nicoletta Zampillo e il figlio Rocco Basilico. Ciascuno di loro ha ricevuto una quota del 12,5% del capitale della Delfin, con un patrimonio stimato di 3,75 miliardi a persona. Inoltre, ci sono gesti di gratitudine verso il CEO Luxottica, Francesco Milleri, e il manager Romolo Bardina, con rispettivamente 2,148 milioni di titoli pari a 270 milioni per Milleri e 22 mila titoli per Bardina.
L’eredità da spartire comprende una vasta gamma di attività, tra cui azioni di EssilorLuxottica valutate circa 25 miliardi di euro, cinque case in tutto il mondo, otto conti correnti in cinque banche diverse con un totale di circa 17 milioni di euro, auto di lusso, uno yacht da 22 milioni di dollari e opere d’arte preziose. La complicazione principale risiede nella presenza di tre testamenti orografici e uno pubblico risalente al 2017, con quest’ultimo che prevede che le tasse di successione siano a carico degli eredi, che devono utilizzare l’impero azionario del defunto per effettuare i pagamenti.
La disputa si accende quando i figli Luca e Clemente si oppongono al pagamento delle tasse sul passaggio delle quote di EssilorLuxottica a Milleri e Bardina. Claudio e Paola mostrano opinioni leggermente diverse, ma non sembrano completamente favorevoli. La signora Zampillo è anch’essa contraria alla questione. Inoltre, secondo il lascito di Del Vecchio, la maxi tassa dei manager dovrebbe essere pagata anche dalla famiglia stessa. L’avvocato della signora Zampillo ha dichiarato che le quote milionarie ricevute da Milleri e Bardina non sono da intendersi al netto, ma “al lordo delle tasse che devono pagare di tasca propria”.