Per anni, la carenza di organi umani disponibili per i trapianti ha rappresentato una sfida medica ed etica di proporzioni enormi.  Attualmente, negli Stati Uniti, oltre 100.000 persone sono in lista d’attesa per un trapianto, con una media, abbastanza alta, di 17 decessi al giorno tra coloro che aspettano un organo donato. I reni sono tra gli organi più richiesti, con quasi 89.000 pazienti che attendono disperatamente. Tuttavia, una nuova ricerca pubblicata su Cell Stem Study offre una prospettiva promettente per risolvere questa crisi. Alcuni scienziati, ad esempio, hanno optato per la coltivazione di organi umani all’interno di maiali, un approccio audace che potrebbe fornire una soluzione alla carenza critica di organi donatori. Nello specifico, la ricerca, guidata da Miguel Esteban presso il Guangzhou Institutes of Biomedicine and Health in Cina, ha raggiunto un traguardo sorprendente. Gli scienziati hanno creato embrioni ibridi umano-suini, che hanno poi trapiantato in una scrofa “surrogata”. Questi embrioni hanno prodotto reni composti principalmente da cellule umane.

Cinque anni di ricerca e ancora un ostacolo da superare

La ricerca ha richiesto cinque anni di impegno. Gli scienziati hanno apportato modifiche genetiche ai maiali ospiti per creare un ambiente favorevole alla crescita delle cellule umane.  Nonostante questo notevole progresso, resta ancora una complicazione che andrebbe risolta: gli organi coltivati in questo modo conservano elementi suini, rendendoli inadatti per il trapianto diretto nell’essere umano. Inoltre, anche se gli scienziati riuscissero a far crescere organi completamente “umani” nei maiali, la compatibilità con il sistema immunitario umano resta una sfida cruciale. La questione principale è l’accettazione dell’organo trapiantato da parte del ricevente, un punto critico da affrontare nel percorso verso questa innovazione medica ch, ovviamente, porta con sè anche molte polemiche di natura etica.