Un numero di maglia può davvero fare sembrare più magro un giocatore? Sembra che ci sia addirittura un fondamento empirico dietro questa illusione, e la scienza ora ne fornisce la conferma. Nel 2019, ESPN aveva esplorato questa tendenza tra i ricevitori di football per numeri di maglia compresi tra 10 e 19. Molti di loro sostenevano che questi numeri li facevano sembrare più veloci e più magri rispetto ai numeri più alti tradizionalmente assegnati alla loro posizione. Tuttavia, all’epoca mancavano prove scientifiche a supporto di questa affermazione. Il professor Ladan Shams, esperto di psicologia e neuroscienze presso l’UCLA, ha deciso di investigare ulteriormente questa teoria. La sua ricerca ha confermato le percezioni dei giocatori: i numeri più bassi sulle maglie dei giocatori di football tendono effettivamente a far sembrare più magri gli atleti, indipendentemente dalle loro dimensioni fisiche reali.
Due esperimenti fanno una prova
In due esperimenti, i partecipanti hanno costantemente ritenuto che i giocatori con numeri di maglia tra 10 e 19 apparissero più magri rispetto a quelli con numeri tra 80 e 89, anche quando le dimensioni corporee dei giocatori erano identiche. Questo suggerisce che le associazioni statistiche precedentemente apprese tra numeri e dimensioni corporee influenzano la percezione visiva. La spiegazione di questo fenomeno è legata alla nostra tendenza a basare la percezione sulle conoscenze pregresse. I numeri che vediamo scritti sugli oggetti nella vita quotidiana, come etichette di dimensioni o codici di prodotto, solitamente rappresentano la grandezza dell’oggetto stesso. Pertanto, il nostro cervello tende a interpretare i numeri più alti come indicativi di dimensioni più grandi. Sebbene l’effetto su come percepiamo le dimensioni dei giocatori di football possa sembrare marginale, dimostra il potere delle associazioni cognitive e delle percezioni nella nostra vita quotidiana. In altre situazioni, queste percezioni possono avere un impatto significativo sul nostro giudizio, sulle decisioni e sul comportamento nei confronti di individui o gruppi sociali, alimentando il fenomeno noto come “pregiudizio implicito” (implicit bias).