Una legge del Texas che richiedeva la verifica dell’età per accedere ai siti web per adulti è stata temporaneamente bloccata dalla Corte Distrettuale degli Stati Uniti il giorno prima della sua entrata in vigore.

Il giudice David Alan Ezra ha concesso un’ingiunzione preliminare che sospende temporaneamente l’applicazione della legge, dopo che la Free Speech Coalition (FSC) si è unita a performer per adulti e siti come Pornhub in una causa legale contro la legge. Oggi hanno convinto il giudice che la legge del Texas viola il Primo Emendamento, cioè l’articolo della Costituzione americana che sancisce la libertà d’espressione.

Il tema non è tanto l’illiceità dei tentativi di limitare la visione di contenuti pornografici ai minori, che è ovviamente un interesse lecito e meritevole di intervento, quanto il fatto che, ad oggi, non abbiamo ancora capito come introdurre un sistema di verifica dell’età senza mettere a rischio la privacy e la sicurezza di tutti gli utenti — inclusi i maggiorenni che hanno diritto ad accedere ai siti per adulti. Fino ad oggi i tentativi simili a quelli intrapresi dal Texas sono tutti falliti per lo stesso motivo: l’impossibilità di bilanciare la tutela dei minori con i diritti alla riservatezza e alla libertà d’espressione del pubblico generale.

“Questa è una vittoria enorme ed importante contro la crescente ondata di censura online”, ha dichiarato Alison Boden, direttore esecutivo della FSC. “Fin dall’inizio abbiamo sostenuto che la legge del Texas, e quelle simili, sono pericolose e incostituzionali. Siamo lieti che il tribunale abbia concordato con il nostro punto di vista che il vero scopo della legge non è proteggere i giovani, ma impedire ai texani di godere dei loro diritti costituzionali.

In un comunicato inviato alla redazione del sito Ars Technica, un rappresentante di Pornhub ha espresso la soddisfazione dell’azienda per la bocciatura della legge, aggiungendo che ” qualsiasi metodo di verifica dell’età deve preservare la privacy e la sicurezza degli utenti”.

I tentativi di limitare i siti per adulti ai minori nel mondo

Questa settimana il governo dell’Australia ha ritirato una sua proposta per introdurre un sistema di verifica dell’età obbligatoria per tutti i siti porno. Il Regno Unito ci aveva già provato diversi anni fa, fallendo a causa delle pressioni dei movimenti a favore della privacy e dei diritti digitali. Il Paese ci sta riprovando in questi mesi.

Di recente, anche in Francia si è discusso di una proposta molto simile: il Parlamento ha già dato il via libera, suscitando anche l’interesse del legislatore italiano. Il tema è tornato nuovamente attuale in Italia di recente, dopo i fatti di Palermo.