Nel mondo della scienza, una fusione unica tra neuroscienze e musica sta aprendo nuove strade. Secondo Science Alert, i ricercatori sono riusciti a ricreare la celebre canzone “Another Brick in the Wall Part 1” dei Pink Floyd dall’attività cerebrale degli ascoltatori. Questo innovativo risultato è stato ottenuto analizzando il cervello di volontari mentre si immergono nell’ascolto della musica.

Musica nel Cervello

Il classico dei Pink Floyd è così coinvolgente che i ricercatori hanno potuto esaminare le onde cerebrali degli ascoltatori e rigenerarne la melodia. L’Università della California di Berkeley ha utilizzato l’intelligenza artificiale per interpretare i segnali cerebrali e dare vita nuovamente alla canzone. Questo è un passo rivoluzionario, essendo la prima volta che una canzone è stata ricostruita da dati cerebrali.

Scoprendo la relazione tra cervello e musica

Il neuroscienziato Ludovic Bellier e il suo team hanno voluto capire come il cervello reagisce agli elementi musicali come il ritmo e l’armonia. Hanno rilevato che la zona uditiva superiore del cervello è collegata al ritmo. Per raccogliere i dati necessari, i ricercatori hanno analizzato il cervello di 29 pazienti con epilessia, registrando l’attività cerebrale mentre ascoltavano musica. Questa situazione unica ha permesso ai neuroscienziati di catturare le risposte del cervello mentre i pazienti ascoltavano la musica Tra i 2.668 elettrodi che monitoravano l’attività cerebrale, 347 erano connessi alla percezione musicale.

La scienza dietro la musica nel cervello

L’intelligenza artificiale è stata usata per analizzare i dati cerebrali dei volontari. I ricercatori hanno utilizzato l’apprendimento automatico, in particolare un modello di decodifica basato sulla regressione, per analizzare i dati del cervello dei volontari. Gli algoritmi informatici hanno determinato le correlazioni tra la musica suonata e l’attività cerebrale. Hanno invertito questo processo per identificare “Another Brick in the Wall” dalle risposte cerebrali, ottenendo una resa riconoscibile ma leggermente distorta del brano.

I Progressi futuri

Questo progresso è importante per i professionisti che aiutano le persone con gravi danni neurologici, come la sclerosi laterale amiotrofica, di cui era affetto Stephen Hawking.  I risultati potrebbero facilitare una comunicazione più naturale attraverso le interfacce cervello-computer per le persone colpite da ictus, paralisi o altre difficoltà verbali. Il team di Bellier non è l’unico a sfruttare l’intelligenza artificiale per la ricerca sul cervello. I Cortical Labs di Melbourne, ad esempio, hanno ottenuto una sovvenzione di 600.000 dollari per esplorare la fusione dell’intelligenza artificiale con le cellule cerebrali. Adeel Razi, responsabile del progetto, prevede di sostituire l’hardware basato sul silicio con una tecnologia che combina l’intelligenza artificiale e le cellule cerebrali umane coltivate in laboratorio. Similmente al lavoro innovativo del team di Bellier, che ha ricostruito la musica analizzando la scansione del cervello, numerosi laboratori in tutto il mondo stanno sfruttando la potenza dell’intelligenza artificiale per ricreare immagini che i soggetti hanno visto di recente, dai volti umani ai paesaggi più ampi. Un notevole progresso in questo campo è l’algoritmo Stable Diffusion AI, sviluppato e rilasciato nel 2022 da un illustre gruppo di ricerca tedesco. Mentre queste tecnologie continuano a maturare, gli scienziati sono pieni di ottimismo, prevedendo che tali innovazioni amplieranno significativamente i loro orizzonti e offriranno nuove strade esplorative nel campo dinamico della ricerca sulle neuroscienze cognitive.