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Cani ammessi ma in braccio: il cartello del Duomo di Arezzo genera le polemiche

La decisione di consentire o meno l'accesso dei cani alla cattedrale spetta al parroco e alle autorità ecclesiastiche.

Cani ammessi ma in braccio: il cartello del Duomo di Arezzo genera le polemiche

Il cartello all’ingresso del Duomo di Arezzo, recante l’avviso “Si chiede gentilmente ai proprietari di animali di tenerli in braccio durante la visita alla cattedrale,” è stato affisso a seguito dell’accumulo di deiezioni canine sui pavimenti storici. Questa richiesta è stata promossa da don Alvaro Bardelli, che, pur non vietando l’accesso ai cani nella cattedrale, ha dovuto affrontare il problema delle pavimentazioni sporcate. Egli non incolpa direttamente i cani, ma i loro proprietari che non si prendono la responsabilità di pulire dopo i loro animali in caso di incidenti.

La cattedrale di Arezzo è una meta quotidiana di centinaia di turisti e fedeli, rendendo urgente la necessità di evitare ulteriori sporcamenti. Don Bardelli ha pertanto ritenuto opportuno richiedere che i cani siano tenuti in braccio durante la visita, allo scopo di prevenire che possano sporcare i pavimenti. Questa norma, sebbene legittima, presenta difficoltà pratiche. Mentre per i cani di piccola taglia è possibile adottare questa misura, per i cani di taglia più grande diventa impraticabile.

L’avvocato Salvatore Cappai ha precisato che, nell’ordinamento italiano, non esiste alcuna norma che vieti l’accesso dei cani nelle chiese o luoghi di culto. In generale, i cani possono accedere a spazi pubblici o aperti al pubblico, a patto che siano condotti al guinzaglio e muniti di museruola. Tuttavia, sono contemplate restrizioni per i luoghi in cui si trattano alimenti. Questo aspetto varia anche a livello regionale e locale, in base alle leggi e ai regolamenti specifici. Le uniche eccezioni sono i cani guida, che hanno diritto di accesso illimitato.

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