Il progetto di ricerca italiano denominato “Mapworms” si basa sull’ispirazione fornita dai vermi marini per sviluppare una nuova generazione di robot bioispirati. Questi robot futuristici mirano a emulare le straordinarie capacità di movimento e adattamento dei vermi marini, aprendo la strada a una serie di applicazioni innovative e promettenti.
I ricercatori italiani, guidati dal professor Luigi Musco dell’Università del Salento e biologo marino del CoNISMa, hanno intrapreso questo progetto di ricerca grazie all’osservazione attenta degli anellidi marini. Questi organismi vermiformi marini presentano una struttura molle e flessibile che consente loro di muoversi agilmente in piccole cavità e di rispondere in modo autonomo agli stimoli ambientali. Il team di ricerca ha identificato la possibilità di creare robot utilizzando materiali morbidi al posto dei tradizionali componenti metallici, aprendo nuove prospettive nella robotica.
Il progetto, finanziato dall’Unione Europea e della durata di quattro anni, ha catturato l’attenzione grazie alla sua innovativa prospettiva di creare robot bioispirati capaci di reagire autonomamente a stimoli esterni. I vermi marini, dopo milioni di anni di evoluzione, hanno sviluppato capacità uniche che potrebbero essere trasferite ai robot. Questi includono l’abilità di esplorare l’ambiente circostante, insinuarsi in spazi angusti e persino creare gallerie.
Un’anellide particolare, Phascolosoma stephensoni, della famiglia Sipunculidae, è stata identificata come modello per il progetto. Gli anellidi mostrano una capacità notevole di movimento grazie ai loro muscoli longitudinali e circolari, che operano in sincronia per cambiare la loro morfologia. Queste caratteristiche anatomiche offrono possibilità interessanti per la progettazione di robot morbidi con capacità di adattamento e movimento simili.
Le potenziali applicazioni di questa ricerca spaziano da settori come la chirurgia di precisione al soccorso in situazioni di emergenza. I robot basati su questa tecnologia potrebbero essere impiegati per ricerca e soccorso in aree colpite da disastri, come frane o crolli, in cui potrebbero insinuarsi tra le macerie alla ricerca di superstiti. Inoltre, questi robot morbidi potrebbero migliorare le tecniche microinvasive in campo medico, consentendo interventi più precisi ed efficienti all’interno del corpo umano.
L’approccio innovativo di Mapworms, basato sull’imitazione delle capacità dei vermi marini, apre la strada a una nuova frontiera nella robotica e nelle tecnologie reattive. Il progetto mira a sviluppare materiali reattivi basati sul DNA, aprendo opportunità per tecnologie biocompatibili e sostenibili. L’interesse crescente per questa ricerca è sottolineato dai promettenti risultati iniziali presentati dai ricercatori, che potrebbero portare a sviluppi sorprendenti nel campo della robotica ispirata alla natura.