Un mal di testa persistente. Il dolore potrebbe impedire di dormire bene di notte, lasciando stanchi e svogliati durante il giorno. Questo stato di affaticamento può poi iniziare a incidere sull’umore, rendendo vulnerabile alla depressione o all’ansia. Ecco come il circolo vizioso inizia: il dolore influisce sull’umore, e l’umore influisce sul dolore. Quando incontriamo il medico per discutere un dolore fisico, spesso dimentichiamo di menzionare i sentimenti di tristezza, nervosismo o mancanza di motivazione che potrebbero accompagnarci. D’altra parte, i medici potrebbero non chiedere informazioni sui sintomi mentali, concentrandosi solo su quelli fisici. Questa mancanza di comunicazione può portare a trascurare un aspetto cruciale della nostra salute. Ma c’è speranza. Il dottor Kurt Kroenke dell’Università di Melbourne ci mostra un nuovo approccio. Il suo team di ricerca sta studiando il legame tra il dolore, la depressione e l’ansia, e sta sviluppando strumenti per aiutare i medici a misurare sia i sintomi fisici che quelli mentali. Questo è fondamentale perché spesso i sintomi psicologici possono causare sofferenza a lungo termine, compromettendo la nostra qualità di vita. Immagina se trattare con successo la tua depressione o ansia potesse migliorare anche il tuo dolore. Anche se il contrario potrebbe non essere altrettanto vero, lavorare sull’aspetto mentale può portare a miglioramenti complessivi. È come un viaggio in cui corpo e mente viaggiano fianco a fianco: quando prendi cura di uno, stai anche prendendo cura dell’altro.

Il dottor Kroenke ci ricorda che i sintomi del corpo e della mente sono spesso compagni inseparabili

Constatando che affrontare con successo la depressione e l’ansia è associato a un miglioramento del dolore, il Dr. Kroenke osserva che il trattamento del dolore può non migliorare la depressione e l’ansia nella stessa misura, ma non annulla i benefici dell’identificazione e del trattamento dei sintomi fisici e psicologici. “I sintomi del corpo e della mente sono spesso compagni di viaggio“, afferma il dottor Kroenke. Sta ai medici e ai pazienti riconoscere questa connessione e affrontarla. Il dottor Kroenke è uno dei padri e dei leader del crescente campo della sintomatologia e lo sviluppatore di diverse scale convalidate (e ampiamente utilizzate) che consentono ai medici di utilizzare il feedback dei pazienti per misurare il tipo e la gravità del dolore (PEG), la depressione (PHQ-9), l’ansia (GAD-7) e altri sintomi, tra cui l’affaticamento da cancro (FSI-3) e il rischio di suicidio (P-4). Questi brevi strumenti di misurazione sono stati tradotti in più di 100 lingue. Sebbene non ci sia un esame di laboratorio per misurare i sintomi, possiamo fare la differenza con la comunicazione aperta e l’approccio globale alla salute. La necessità di affrontare sia i sintomi fisici che quelli psicologici è stata riconosciuta da tempo, afferma il Dr. Kroenke, i cui strumenti di misurazione stanno aiutando i medici a farlo. Conclude il suo commento su JAMA Network Open con una citazione illustrativa di Ovidio [nato nel 43 a.C.]: “Non sono migliore nella mente che nel corpo; entrambi sono malati e soffro doppiamente”.