La scienza è cambiata in modo significativo negli ultimi 140 anni e finalmente oltre un secolo di ricerca sta dando i suoi frutti: lo studio del cervello di un tilacino (Thylacinus cynocephalus Harris, 1808), è stato finalmente pubblicato sulla rivista scientifica PNAS. Meglio conosciuto come tigre della Tasmania, il tilacino è considerato molto simile al lupo, ma è più vicino per dimensioni e forma al dingo e rientra nella categoria dei marsupiali carnivori rispetto ai canidi. Con il recente passo avanti nella comprensione del patrimonio genetico cerebrale dell’animale estinto, i ricercatori sono molto più vicini a trovare un modo per riportare la creatura dall’aldilà. Noto anche coi nomi di tigre della Tasmania, lupo della Tasmania o lupo marsupiale o ancora lupo australe, il tilacino era un marsupiale carnivoro vissuto in Australia, Tasmania e Nuova Guinea Estintosi durante la prima metà del XX secolo. Per essere precisi, i tilacini si sono estinti ufficialmente il 7 settembre 1936, quando l’ultima creatura della sua specie è morta nello zoo Beaumaris di Hobart, in Australia. La morte dell’animale, simile a un dingo, non sarebbe stata del tutto vana: da quel giorno, infatti, in Australia si celebra la Giornata nazionale delle specie minacciate, una data commemorativa per diffondere la consapevolezza di come l’uomo influenzi il mondo che lo circonda. Prima di diminuire in dimensioni, i marsupiali erano una delle tante creature che vivevano in Australia e Nuova Guinea prima che l’uomo si impadronisse della terra della Tasmania, circa 3.000 anni fa.

Un cervello centenario che ha ancora molto da raccontare

Il cervello di tilacino oggetto dello studio, recentemente pubblicato su PNAS, non era quello dell’animale morto nello zoo di Beaumaris di Hobart, bensì quello di un animale morto nello zoo di Berlino nel lontano 1880. Riuscendo a conservare l’organo per oltre un secolo, questo campione di cervello è una prodezza scientifica perché ha resistito non a una, ma a due guerre mondiali, bombardamenti e ricostruzioni. Inoltre, i risultati della ricerca sono affascinanti se si considera quanto poche fossero le informazioni sul tilacino a cui i ricercatori potevano attingere, dato che il sesso e il peso corporeo erano solo due dei fattori importanti che mancavano dalle informazioni.

La preziosa possibilità di studiare una creatura perduta

Sebbene il tilacino possa assomigliare ai cani, l’animale che un tempo scorrazzava in Australia e in Tasmania era tutt’altro, più vicino ai diavoli della Tasmania e ai dunnart. A prima vista ricorda un lupo o un cane, o un altro membro della famiglia dei Canidae. Con un muso simile a quello di un lupo, la creatura potrebbe essere facilmente scambiata per uno di questi esemplari. Ma c’è una grandee differenza, la più visibile, che è il mantello a strisce e la lunga coda. In realtà il tilacino, che invece è un marsupiale carnivoro, è considerato parte di un processo scientifico noto come convergenza evolutiva, che si verifica quando le forme del corpo di animali appartenenti a lignaggi diversi li fanno apparire come provenienti dallo stesso background. Nello studio che ha interessato il cervello di questa creatura, si è scoperto che la corteccia cerebrale era più grande rispetto a quella di altri animali dello stesso ambiente, il che indica che questa specie si affidava molto all’olfatto per la ricerca e la caccia. Mentre gli scienziati compiono progressi impressionanti nello studio del cervello umano, l’ultima ricerca pubblicata sul tilacino consente di comprendere meglio gli animali perduti da decenni e forse potrebbe anche dare una mano a chi si occupa di evoluzione.