Elon Musk sta progressivamente trasformando Twitter in X e ha introdotto un programma di condivisione dei ricavi pubblicitari. Tuttavia, a causa dell’enorme popolarità del programma, i pagamenti promessi sono in ritardo, secondo quanto riportato da numerosi creatori di contenuti beneficiari dell’iniziativa.
Il mese scorso Twitter ha annunciato che avrebbe ricompensato i suoi creatori di contenuti più attivi, condividendo con loro parte delle entrate pubblicitarie generate dai banner apposti sotto ai loro post. Nello stesso periodo, numerosi creatori di contenuti – tra cui alcune personalità controverse di estrema destra – hanno annunciato di aver ricevuto pagamenti ingenti, in alcuni casi a 5 cifre.
La notizia aveva dato a numerosi creatori di contenuti l’illusione che Twitter, oggi chiamato X, in una sorta di El Dorado della monetizzazione. Del resto, scrivere un post visto da milioni di utenti – per un grosso influencer – è molto più facile che lavorare ad un lungo video per YouTube o ad una diretta estenuante su Twitch. Il programma di monetizzazione di X ha alcune regole peculiari: ad esempio, per poterne beneficiare bisogna essere abbonati a Twitter Blue – che ora si chiama X Premium (che fatica…) – che ha un costo di 8 dollari al mese.
Sembra che i primi pagamenti non saranno molto puntuali. In un messaggio inviato da X ai creatori di contenuti si legge:
Aggiornamento del 4 agosto 2023: Il numero di persone che si sono iscritte al programma per la condivisione dei ricavi ha superato le nostre aspettative. In precedenza avevamo detto che i pagamenti avrebbero avuto luogo nella settimana del 31 luglio. Avremo bisogno di un po’ più di tempo per rivedere tutte le informazioni in attesa del prossimo pagamento. Speriamo di pagare tutti gli account idonei il prima possibile.
Grazie per la vostra pazienza!
La notizia ci stupisce molto poco. Da quando Elon Musk ha preso il controllo di Twitter /X, l’azienda ha accumulato ingenti debiti con partner, affittuari e fornitori — motivo per cui è impegnata in numerose cause legali. Prima la società ha smesso di pagare l’affitto di alcuni dei suoi uffici, inclusa la sede principale di San Francisco. Poi è emerso che l’azienda aveva anche smesso di pagare la fornitura dei servizi di cloud di Google e Amazon. Il mese scorso Elon Musk ha confessato che rispetto all’anno scorso le entrate pubblicitarie sono crollate del 50%.