Carl Gustav Jung, uno psichiatra, psicoanalista, antropologo e filosofo svizzero, nacque nel 1875 a Kesswil, Svizzera. Fin da giovane manifestò interesse per la lettura, la filosofia, la teologia e lo spiritualismo. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia nel 1902, si avvicinò alla psichiatria, ma fu l’incontro con Freud nel 1907 che lo portò a diventare uno dei grandi maestri della psicologia.
L’iniziale entusiasmo per le teorie di Freud si scontrò con una progressiva dissonanza di pensiero, culminando in una rottura totale quando Jung pubblicò nel 1912 “La Libido: simboli e trasformazioni”, divergendo dalla visione di Freud sulla libido sessuale e proponendo la concezione di energia psichica generale.
Jung sviluppò la psicologia analitica, che abbracciava l’inconscio individuale e l’inconscio collettivo, quest’ultimo comune a tutte le culture e rappresentato da simboli e archetipi. Questo lo avvicinò allo studio dello spiritualismo, dell’esoterismo e dello sciamanesimo. Durante il nazismo, Jung mantenne la sua posizione di presidente della Società tedesca di psicoterapia e agì come spia anti-nazista, fornendo informazioni agli alleati sulle alte sfere tedesche.
Nel corso della sua vita, Jung si dedicò anche alla pratica privata nei pressi di Zurigo, utilizzando una torre come simbolo archetipico e esoterico per accogliere i suoi pazienti e invitarli alla meditazione. Nel 1944 pubblicò “Psicanalisi e Alchimia” e nel 1952 introdusse il concetto di Sincronicità, basato su eventi acausali che si manifestano contemporaneamente con un significato condiviso.
Jung morì nella sua casa sul lago di Bollingen nel giugno del 1961, lasciando un’eredità duratura come uno dei più grandi pensatori e curatori del XX secolo. La sua ricerca ha influenzato profondamente la psicologia moderna e il modo in cui comprendiamo la mente umana.