Salario minimo in Europa: dal più alto al più basso

Il salario minimo è un tema di rilievo nell’Unione Europea, con diversi Paesi che stabiliscono tale misura o attraverso leggi o tramite contrattazioni collettive. Un recente studio di Unimpresa ha evidenziato la presenza di salari minimi legali in 21 Paesi europei, con ammontare variabili, che vanno da 312 euro mensili in Bulgaria a 2.142 euro in Lussemburgo. Allo stesso tempo, sei Stati membri, tra cui l’Italia, affidano la protezione del salario minimo esclusivamente alla contrattazione collettiva.

L’Italia si trova in una posizione particolare in questa situazione. Il paper di Unimpresa suggerisce che fissando il salario minimo legale a 9 euro lordi l’ora, il nostro Paese avrebbe uno dei livelli retributivi più alti in Europa. Ciò potrebbe comportare gravi ripercussioni e costi elevati per le aziende, poiché coinvolgerebbe circa 4,6 milioni di lavoratori con un aumento medio annuo di 1.073 euro e un costo complessivo per le imprese stimato intorno ai 6,7 miliardi di euro.

In Europa, il Lussemburgo detiene il salario minimo orario lordo più elevato, pari a 11,97 euro, mentre la Bulgaria presenta il salario minimo più basso, di 1,62 euro. Ciò dimostra una notevole variabilità tra i Paesi europei, con nazioni in via di sviluppo o uscite da crisi economiche che hanno salari minimi inferiori a 5 euro, mentre quelli con economie industriali più sviluppate superano i 9 euro.

Unimpresa sottolinea che i Paesi con un’elevata copertura della contrattazione collettiva tendono a avere una minore percentuale di lavoratori a basso salario, una minore disuguaglianza salariale e salari minimi più elevati. Al contrario, l’introduzione di un salario minimo legale potrebbe comportare un impatto negativo, soprattutto per le piccole e medie imprese, riducendo la competitività nei mercati internazionali. Le grandi imprese, essendo generalmente più solide e con maggiori disponibilità economiche, potrebbero essere meno colpite.

Il dibattito sulla fissazione di un salario minimo legale in Italia è in corso, poiché le preoccupazioni riguardano la sostenibilità di tale misura e il possibile aumento della disoccupazione e del lavoro irregolare. Alcuni Paesi europei hanno già introdotto il salario minimo legale, ma ci sono comunque sfide riguardanti la lotta contro i lavoratori sottopagati e le pratiche illegali.

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