Dylan Dog e Batman – Intervista a Roberto Recchioni

Il primo numero del crossover tra Dylan Dog e Batman uscirà il 29 giugno, e, nel frattempo, abbiamo intervistato lo sceneggiatore della miniserie, Roberto Recchioni, che è stato anche il curatore dei titoli di Dylan Dog per dieci anni. In questa intervista a Roberto Recchioni per l’uscita di Dylan Dog e Batman abbiamo perciò voluto affrontare un discorso riguardante l’incrocio tra l’Indagatore dell’incubo ed il Cavaliere Oscuro, toccando anche il suo percorso da curatore della serie SBE.

Il primo numero di Dylan Dog e Batman ha il titolo L’ombra del pipistrello, ed a realizzarlo, oltre a Roberto Recchioni alla sceneggiatura, sono stati chiamati ai disegni Gigi Cavenago, alle matite Werther Dell’Edera ed ai colori Giovanna Niro. Il crossover si unisce a incroci tra SBE e DC Comics già proposti negli scorsi anni, come quelli tra Zagor e Flash e Nathan Never e la Justice League. Dopo anni d’attesa, considerando che il numero zero di Dylan Dog e Batman è risalente al 2019, finalmente gli appassionati di fumetti possono leggere il crossover tra due protagonisti del fumetto occidentale.

Ecco la nostra intervista a Roberto Recchioni per questo incrocio tra Dylan Dog e Batman.

Come hai reagito quando ti è stata prospettata la possibilità di fare incrociare Dylan Dog e Batman?

Ne sono stato molto felice. È stato come tornare bambino. Hai presente quando da piccoli conoscevamo qualcuno di nuovo, lo invitavamo a casa nostra e quello portava la sua scatola di giocattoli? La stessa cosa. Un nuovo amico con cui giocare, pieno di giocattoli meravigliosi a mia disposizione.

Dylan e Batman sono due personaggi e due universi narrativi così compatibili?

In realtà, sono personaggi che hanno molto in comune, a cominciare dalla loro matrice originale, Sherlock Holmes. Sono due detective anomali, dotati di capacità inusuali e di un carattere originale e fuori dagli schemi. Conducono le loro indagini in maniera inusuale. Hanno entrambi un maggiordomo-assistente molto sagace e, entrambi, hanno una sorta di figura paterna nella polizia, che lo aiuta e sostiene. Vivono in due città antiche, gotiche e piene di misteri. Hanno tutti e due un rapporto drammatico con i loro genitori. Hanno tutti e due un arcinemico a cui sono legati e, cosa più importante di tutte, tutti e due credono che un mostro non sia mai, semplicemente, un mostro. A dirla tutta, il rapporto che Batman ha con il Joker è la cosa più dylaniata del mondo.

Qual è il  tuo legame e quali sono i tuoi ricordi principali legati a Batman?

Ho iniziato con gli albi Cenisio dell’era Adams, poi c’è stata la serie televisiva con Adam West e i cartoni animati di Alex Toth. L’amore vero però è scattato con Miller, il suo Ritorno del cavaliere oscuro e il suo Year One. Poi ho amato alla follia le serie televisiva animata di Dini e Timm. Amo molto Batman, anche se più nelle opere speciali che nella sua stretta continuity.

Pensi che questo crossover rappresenti la giusta chiusura della tua gestione di Dylan Dog?

Non sono cose particolarmente correlate. Nel senso, questo lavoro è iniziato molto prima che io iniziassi a pensare che il mio ciclo come curatore di Dylan si stesse esaurendo. Sono però felice che arrivi in questo momento, come una bella celebrazione di un periodo molto lungo, molto bello ma anche molto difficile.

Da Dario Argento all’incrocio con Dampyr, a quello con Vasco Rossi, fino ad arrivare a Batman: c’è un altro personaggio o una  personalità che avresti voluto fare incontrare con Dylan?

Diabolik, Julia e Rat-Man. E poi, John Constantine… in uno di questi casi, ci sono riuscito, come vedrete.

Se guardassi indietro al tuo percorso da curatore di Dylan Dog c’è qualcosa che avresti voluto fare in più e qualche altra cosa che avresti voluto evitare?

Mille. Come ce ne sono mille che sono felice di aver fatto esattamente come ho fatto. Ma io non mi guardo mai troppo indietro, dal mio punto di vista esiste solo il presente.

Ora che hai concluso il tuo percorso da curatore, e che tornerai a fare solo da sceneggiatore di Dylan Dog, cambierà il tuo approccio alle storie di Dylan scritte  da te?

No.

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