Stella Fu Orionis: l’evaporazione estrema spiega l’aumento di luminosità

Un nuovo fenomeno astrofisico chiamato “evaporazione estrema” potrebbe spiegare l’aumento di luminosità osservato 85 anni fa nella stella Fu Orionis. Questo processo coinvolge giovani pianeti giganti gassosi presenti nei dischi protoplanetari e provoca intensi brillamenti stellari. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori dell’Università di Leicester finanziati dal Science and Technology Facilities Council (Stfc) del Regno Unito.

Le stelle Fu Orionis sono giovani stelle variabili estremamente luminose e ancora in fase di formazione. Finora si pensava che l’aumento di luminosità di Fu Ori fosse causato dalla caduta di materiale dal suo disco protoplanetario verso la protostella, ma i dettagli non erano chiari. Ora, i ricercatori hanno ipotizzato che un pianeta dieci volte più massiccio di Giove, situato vicino alla protostella, stia “evaporando” e generando brillamenti stellari intensi. Hanno chiamato questo fenomeno “evaporazione estrema” e si verifica in dischi protoplanetari con temperature superiori a 30.000 gradi.

Attraverso simulazioni, i ricercatori hanno modellato un pianeta gigante gassoso nella parte esterna di un disco protoplanetario. La simulazione ha mostrato come questo pianeta migrasse rapidamente verso la stella ospite, attratto dalla sua forza gravitazionale. Quando il pianeta si avvicina abbastanza alla stella, il calore del materiale circostante è talmente intenso da incendiare gli strati esterni dell’atmosfera del pianeta. Questo provoca un brillamento stellare intenso e il pianeta diventa una fonte di materiale fresco che alimenta la stella, facendola crescere e brillare più intensamente.

Secondo i ricercatori, questo è il primo caso documentato di tale fenomeno, ma sono stati identificati altri esempi simili in giovani stelle in formazione nella nostra galassia. Se il modello è corretto, potrebbe avere profonde implicazioni sulla comprensione della formazione di stelle e pianeti. I dischi protoplanetari, spesso considerati “vivai” di pianeti, si rivelano luoghi violenti e caotici in cui molti giovani pianeti vengono distrutti o assorbiti dalle stelle circostanti. I ricercatori sperano di indagare se questo scenario si applica ad altre stelle simili e approfondire la comprensione di questi processi.

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