La teoria rappresentazionale della mente sostiene l’esistenza di rappresentazioni mentali che fungono da costruzioni intermedie tra l’osservatore e gli oggetti e processi del mondo esterno. Queste rappresentazioni costituiscono una forma di mediazione tra noi e la realtà, poiché riflettono le nostre conoscenze, aspettative, convinzioni e desideri.
Immaginiamo di essere in una bella mattina di fine novembre. Dopo aver ascoltato la messa in un villaggio, ci inoltriamo sul sentiero che si snoda intorno al monte. Improvvisamente, vediamo un’Abbazia, ma ci colpisce non tanto la sua cinta muraria, simile ad altre che abbiamo visto, quanto la mole imponente dell’edificio stesso.
La nostra mente è in grado di creare rappresentazioni della realtà, seppur influenzate da esperienze passate, conoscenze e immagini preesistenti. La nostra capacità di rappresentazione è influenzata dalla decodifica e dall’interpretazione delle parole utilizzate nel testo, che richiedono un processo di associazione simbolica per creare immagini o significati familiari.
Secondo la teoria rappresentazionale, le rappresentazioni mentali agiscono come immagini che ci permettono di percepire gli oggetti e i processi del mondo reale. Di conseguenza, il nostro approccio alla realtà è mediato dalle nostre predisposizioni biologiche, fisiologiche e psicologiche, che selezionano gli stimoli sensoriali da elaborare. Il cervello acquisisce informazioni dall’ambiente attraverso i canali sensoriali e le raggruppa in unità correlate, generando immagini che possono essere richiamate in qualsiasi momento per guidare il comportamento e le decisioni. Tuttavia, queste rappresentazioni non sono una riproduzione esatta della realtà, ma il risultato dell’elaborazione dei dati sensoriali in base alla nostra storia individuale e ai nostri schemi cognitivi.
Le rappresentazioni mentali sono quindi metafore della realtà, delineando una struttura basata sui dati sensoriali e sul processo di elaborazione. Esse non sono l’oggetto o l’evento reale, ma sono ciò che sostituisce tali elementi nella nostra mente. Ad esempio, pensiamo alla città in cui viviamo: sebbene possiamo avere una mappa mentale di alcuni luoghi specifici, non possiamo percepire l’intera città nella sua completezza, né dal livello del suolo né dall’alto.
Il filosofo Alfred Korzybski ha evidenziato la differenza tra la realtà oggettiva esterna e i modelli che costruiamo per rappresentarla. Il linguaggio è la forma strutturale di questa rappresentazione simbolica, consentendoci di utilizzare modelli sempre più definiti per immaginare il mondo.
Tuttavia, è impossibile creare una rappresentazione che sia identica alla realtà a causa dei limiti biologici e psicologici. I nostri organi di senso non sono in grado di percepire tutti i dati presenti nell’ambiente.