Avete mai sentito parlare della possibilità di migliorare le funzioni mentali attraverso la somministrazione di corrente elettrica al cervello? Dopo anni di discussioni e dibattiti, una recente analisi di oltre 100 studi, su questa controversa tecnologia, sembra dare una risposta incoraggiante: potrebbe funzionare. Ma vediamo di cosa si tratta e se possiamo fidarci di queste conclusioni.
Negli ultimi anni, il numero di studi che hanno esaminato gli effetti terapeutici di una classe di tecniche chiamate “stimolazioni elettriche transcraniche” è aumentato in modo significativo. Queste terapie, che non richiedono invasività, consistono nel somministrare al cervello una corrente elettrica molto delicata e indolore, utilizzando elettrodi posizionati sul cuoio capelluto. L’obiettivo è quello di eccitare, interrompere o sincronizzare i segnali nel cervello, con l’idea di migliorare le funzioni cognitive.
La stimolazione transcranica a corrente continua
Ma come funziona esattamente? Prendiamo ad esempio uno dei campi più studiati, la stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS). Bisogna immaginare una sessione sperimentale in cui viene applicata una leggera corrente elettrica sul cuoio capelluto, specificamente in un’area del cervello coinvolta nell’apprendimento. La teoria è che questa stimolazione possa modulare l’attività cerebrale in quella regione, favorendo un miglior apprendimento. È come se si accendesse una luce per potenziare l’attività mentale. Ma quali sono i risultati ottenuti fino ad oggi? L’analisi dei numerosi studi condotti su questa tecnologia ha rilevato alcuni effetti positivi. Ad esempio, in alcuni casi si è osservato un miglioramento delle capacità cognitive, come la memoria o l’attenzione. In altri casi, la stimolazione elettrica sembra avere un effetto positivo sui sintomi di alcune malattie neurologiche, come il morbo di Parkinson o la depressione.
Tuttavia, bisogna essere cauti nell’interpretare questi risultati. Alcuni scienziati mettono in dubbio la solidità delle conclusioni raggiunte dall’analisi, sostenendo che gli esperimenti sono troppo diversi tra loro per poter fornire una risposta definitiva. Infatti, è importante considerare che ogni individuo è unico e che la risposta alla stimolazione elettrica può variare da persona a persona. Fondamentale sottolineare che la stimolazione elettrica cerebrale non è una pratica da intraprendere in modo indiscriminato. Richiede la supervisione di esperti qualificati e non può essere sperimentata autonomamente.
La nuova metanalisi
I ricercatori negli anni hanno testato la stimolazione transcranica a corrente alternata (tACS) e la sua tecnologia sorella, la tDCS (stimolazione transcranica a corrente diretta), sia su volontari sani che su persone affette da patologie neuropsichiatriche, come la depressione, il morbo di Parkinson o la dipendenza. Ma i risultati degli studi sono stati contrastanti o non sono stati riproducibili in modo coerente o replicati in modo affidabile, portando i ricercatori a mettere in dubbio l’efficacia di questi strumenti. Gli autori della nuova analisi, guidati da Robert Reinhart, direttore del laboratorio di neuroscienze cognitive e cliniche dell’Università di Boston in Massachusetts, affermano di aver redatto il rapporto per quantificare se la tACS si dimostra promettente, confrontando più di 100 studi sulla tecnica, che applica una corrente oscillante al cervello.
Significativi cambiamenti a breve termine e moderati miglioramenti sul lungo periodo
La metanalisi, pubblicata su Science Translational Medicine1, ha concluso che il trattamento tACS apporta moderati miglioramenti nell’attenzione, nella memoria a lungo termine, nella memoria di lavoro, nella capacità di elaborare nuove informazioni e risolvere problemi e in altri processi cognitivi di alto livello. Secondo Grover, questi risultati danno ai ricercatori un motivo per continuare a studiare la tACS negli esseri umani. La tecnica “sembra portare un cambiamento significativo nelle funzioni mentali, almeno a breve termine“, afferma Grover. Per quanto riguarda la possibilità che questo possa portare allo sviluppo di un futuro intervento terapeutico, gli scienziati affermano che non si sentono ancora pronti per confermarlo.
Maggiore stimolazione non ne determina necessariamente l’efficacia
Il rapporto ha evidenziato che i miglioramenti nella cognizione sono stati generalmente più significativi dopo il completamento del trattamento rispetto al periodo in cui il trattamento era in corso. Inoltre, è interessante notare che una maggiore intensità di stimolazione non si è dimostrata necessariamente più vantaggiosa. Il rapporto ha inoltre scoperto che l’uso di simulazioni computazionali, per predire il percorso della corrente elettrica nel cervello, ha aiutato i ricercatori a posizionare gli elettrodi in modo più efficace sulla testa delle persone.
Una tecnologia emergente: “Attenzione ai bias di pubblicazione”
L’importanza principale di questa metanalisi potrebbe essere quella di evidenziare le lacune nella ricerca sulla stimolazione elettrica transcranica (tACS) che devono essere affrontate e migliorate, affermano gli autori dello studio. Ad esempio, il team di ricerca ha scoperto che solo 98 dei 102 studi analizzati erano stati pre-registrati. Questo significa che gli sperimentatori non avevano dichiarato in anticipo le loro ipotesi e i loro metodi su riviste scientifiche o su siti come clinicaltrials.gov prima di avviare gli esperimenti. Tale mancanza di pre-registrazione aumenta il rischio di bias di pubblicazione, che si riferisce alla tendenza a pubblicare maggiormente i risultati positivi rispetto a quelli negativi. Quando uno studio non viene pre-registrato e i risultati sono negativi, è meno probabile che vengano condivisi con la comunità scientifica.
Le lacune della metanalisi
Tuttavia, non tutti concordano sull’utilità di questa metanalisi. “Il problema che ho riscontrato in questo studio è che vengono raggruppati studi che in realtà sono interventi diversi“, afferma Alvaro Pascual-Leone, neurologo presso la Harvard Medical School di Boston. Pascual-Leone osserva che gli studi inclusi nella metanalisi differiscono significativamente tra loro per quanto riguarda le regioni specifiche del cervello coinvolte, la disposizione degli elettrodi sul cuoio capelluto e la frequenza e l’intensità della corrente elettrica utilizzata. Inoltre, i compiti cognitivi svolti dai partecipanti differivano in ogni studio e i partecipanti stessi erano altrettanto diversi, in termini di età, stato di salute e condizioni specifiche.
Trarre una conclusione generale sulla base di studi così diversi, molti dei quali non sono stati replicati, rischia di portare a conclusioni errate, afferma Pascual-Leone. “In effetti, le differenze nel modo in cui viene applicata la stimolazione contano molto“, afferma. “Questo [rapporto] è uno sforzo completo che fornisce una bella panoramica del campo nel suo complesso, e questo è lodevole, ma è un mix di cose diverse“. Grover risponde che il tACS è una tecnologia emergente e che il team mirava a produrre un'”analisi estesa” della sua efficacia generale. Ma riconosce che un’analisi futura dovrebbe concentrarsi su disegni sperimentali più specifici. In altre parole, il dibattito non sembra essere risolto.
La Stimolazione cranica terapeutica nel mondo
la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti non ha ancora approvato specificamente la terapia di stimolazione elettrica transcranica (tACS) o la stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS) per il trattamento di malattie specifiche. Tuttavia, altri enti regolatori in diverse parti del mondo hanno adottato approcci diversi rispetto alla regolamentazione di queste terapie. In Brasile, la tDCS è stata approvata per il trattamento della depressione, del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e del dolore neuropatico. La Cina ha approvato la tDCS per il trattamento della depressione e di altre condizioni psichiatriche. In Australia, la tDCS è stata approvata per il trattamento del dolore cronico. Anche in Messico, la tDCS è stata approvata per il trattamento della depressione e di alcune condizioni neurologiche.
In Europa, l’approvazione e la regolamentazione delle terapie di stimolazione elettrica cerebrale non invasiva, come la tDCS, possono variare da paese a paese. Alcuni paesi europei hanno adottato normative specifiche per l’uso della tDCS nel trattamento di determinate condizioni, mentre altri possono considerarla ancora in fase di sperimentazione o richiedere l’approvazione caso per caso. Ad esempio, il sistema regolatorio dell’Unione Europea prevede che i dispositivi medici, tra cui quelli utilizzati per la stimolazione elettrica transcranica, debbano essere conformi ai requisiti della Direttiva Dispositivi Medici (Medical Devices Directive). Alcuni paesi europei, come Germania e Regno Unito, hanno adottato normative specifiche per l’uso della tDCS in determinate condizioni, come la depressione o il dolore cronico. In altri paesi, come Francia, Italia e Spagna, è considerata una tecnica ancora in fase di sperimentazione e va richiesta l’approvazione caso per caso.
Da sottolineare che l’approvazione da parte di enti regolatori non significa necessariamente che la terapia sia universalmente riconosciuta come sicura ed efficace. Le decisioni di regolamentazione possono essere basate su evidenze scientifiche limitate o su considerazioni specifiche di ciascun paese. Inoltre, l’approvazione di queste terapie può variare in termini di indicazioni specifiche, dosaggi raccomandati e linee guida per l’uso.