Cos’è che rende “cattivi” Zerocalcare e Valerio Mastandrea? Partendo dalla gente che russa agli hater di internet che non si prendono le loro responsabilità, Netflix ha sottoposto Michele “Zerocalcare” e Valerio Mastandrea (voce dell’Armadillo) a una lista di cose che potrebbero incattivirli. E fra messaggi vocali più lunghi di minuto, i sacchetti del supermercato, abbiamo scoperto un paio di cose moooolto interessanti. Questo mondo non mi renderà cattivo, la nuova serie di Zerocalcare, uscirà il 9 giugno.
In Questo mondo non mi renderà cattivo torneranno il linguaggio unico e i personaggi ormai storici e inconfondibili dell’universo di Zerocalcare. A Zero, Sarah, Secco, l’Armadillo – l’immancabile coscienza di Zero, doppiato anche questa volta dalla voce inconfondibile di Valerio Mastandrea – si aggiunge un nuovo, centralissimo personaggio: Cesare. Un vecchio amico, difatti, torna nel quartiere, dopo diversi anni di assenza, e fatica a riconoscere il mondo in cui è cresciuto. Zerocalcare vorrebbe fare qualcosa per lui, ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto nel mondo.
Strappare lungo i bordi, la prima serie animata del fumettista romano, è stata un vero e proprio ciclone nel 2021: prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, è stata la prima serie d’animazione di Zerocalcare ed è ambientata nell’ormai noto universo narrativo dell’autore, dove non mancano personaggi cult come Secco, Sarah, l’Amico Cinghiale e l’iconico Armadillo, la cui voce è di Valerio Mastandrea. Dopo aver perso di vista la cara amica Giulia per più del solito, Zero decide di risolvere il mistero e scoprire dove è finita. Per scoprire che la vita è come una sagoma da strappare lungo i bordi, ma a volte semplicemente sbagliamo qualcosa e da quel momento diventa sempre più difficile ottenere una forma decente. Ogni tanto stacchiamo pezzetti che avremmo dovuto conservare, ma se teniamo vicini i nostri cari e non li tradiamo, l’esistenza trova in qualche modo un suo senso anche se non con le fattezze che avevamo sognato. E quei frammenti mancanti che perdiamo per strada ci ricordano che non dobbiamo mai smettere di provare ad accettare noi stessi così come siamo.
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