Il 29 aprile Hawaii News Now ha riportato che una coppia di turisti ha guidato una Dodge Caravan nel porto Honokohau Small Boat a Kailua-Kona, sull’isola grande, finendo per sprofondare nell’acqua assieme alla loro auto. Fortunatamente si sono salvati entrambi.
Christie Hutchinson, una locale che era presente sul porto al momento dell’incidente, ha pubblicato un video dell’accaduto, che ha poi raccontato con toni tragicomici. “Credo che stessero usando il GPS per raggiungere il punto di raccolta di un tour delle mante molto popolare tra gli appassionati di immersioni subacquee, ho provato ad avvertirli ma non mi hanno ascoltato”, ha detto, aggiungendo che, non fosse l’episodio già surreale di suo, i turisti non hanno mostrato il minimo segno di panico nemmeno quando l’auto stava iniziando a sprofondare nell’oceano. “Sorridevano ancora”, ha raccontato la Hutchinson.
Il 29 maggio, dunque curiosamente ad un mese esatto di distanza dal primo incidente, un secondo automobilista ha fatto lo stesso identico errore. Sembra che in entrambi i casi sia stata colpa del navigatore, che in quell’area tenderebbe ad andare in tilt, confondendo una banchina per una strada. A difesa di quest’ultimo sventurato, ci sentiamo di sottolineare che l’incidente è avvenuto di notte e che la banchina è poco illuminata.
Le autorità locali non sembrano granché interessate a porre fine a questo ciclo di auto che finiscono per ammararsi per colpa di Google Maps. Il dipartimento locale per i trasporti, interpellato sulla questione, ha spiegato che al momento non ci sono piani per dotare l’area di cartelli che avvertono del pericolo, né tantomeno per mettere in sicurezza l’area con dei cordoni. “Onestamente è piuttosto auto-evidente che quella rampa porti direttamente sul mare”, ha detto un portavoce, che si è poi limitato a dare una raccomandazione di buon senso ai futuri turisti che dovessero trovarsi nella stessa situazione: “se vedere uno specchio d’acqua, cercate di non guidarci dentro”.