Glioblastoma: identificata un’alterazione genetica chiave

Nuove scoperte italiane rivelano un’alterazione genetica fondamentale nel glioblastoma, una forma aggressiva di cancro al cervello, aprendo nuove possibilità di diagnosi e terapie mirate. Lo studio, condotto dall’Istituto Oncologico Veneto IRCCS (Iov) in collaborazione con le Neurochirurgie delle università di Padova, Ferrara e Firenze, è stato pubblicato su ‘Esmo Open’, la rivista della Società Europea di Oncologia Medica.

La ricerca ha coinvolto 273 pazienti affetti da glioblastoma seguiti dall’Istituto Oncologico Veneto. Il glioblastoma è il tumore cerebrale più comune e aggressivo negli adulti. Gli studiosi hanno individuato una specifica variante del gene Tert, che gioca un ruolo importante nel controllo della replicazione cellulare nei tumori, come marcatore prognostico per una forma di glioblastoma con progressione più rapida. Questa scoperta permette di comprendere meglio l’impatto del gene Tert sulla prognosi e sulle interazioni molecolari coinvolte nella crescita tumorale e nella risposta ai trattamenti oncologici.

Secondo Giuseppe Lombardi dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia 1 dello Iov e Anita De Rossi del Dipartimento Universitario DISCOG, appartenente all’UOC Iov di Immunologia e Diagnostica Molecolare Oncologica, questa scoperta apre nuovi orizzonti nell’ambito della diagnosi e dei trattamenti personalizzati. L’Istituto Oncologico Veneto si conferma come un centro di riferimento internazionale per la cura dei pazienti neuro-oncologici e potrebbe offrire nuove prospettive grazie a trattamenti sperimentali innovativi.

Questa scoperta è promettente in quanto permette di identificare in modo più accurato i pazienti, facilitando la loro partecipazione a trial clinici e offrendo una prognosi più precisa. Secondo Vincenzo Bronte, direttore scientifico dello Iov, questo studio rappresenta un esempio delle opportunità di ricerca traslazionale offerte dall’Istituto Oncologico Veneto. L’interesse per il ruolo del gene Tert nella genesi delle neoplasie, combinato con la possibilità di identificare sottogruppi di pazienti con diversa prognosi nel glioblastoma, fornirà nuove prospettive per indagare i circuiti molecolari delle forme più aggressive di questo tumore caratterizzato da una rapida progressione.

Lo Iov sta anche conducendo diversi protocolli sperimentali sul glioblastoma, tra cui il primo studio al mondo su ‘Regoma 2’, che valuta l’uso di regorafenib in combinazione con la terapia standard per il trattamento di questa rara e aggressiva forma di cancro al cervello. L’incidenza del glioblastoma è in costante aumento, con 6 casi ogni 100.000 persone negli ultimi anni. Questa sperimentazione rappresenta anche il primo studio no-profit in Italia che valuta l’uso di questo farmaco nel tumore cerebrale senza attendere la recidiva della malattia.

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