Se visitate la pagina dedicata a La Sirenetta, l’ultimo live action de la Disney, Rotten Tomatoes vi mostrerà un punteggio quasi perfetto. Le recensioni della critica sono “miste”, come si dice in gergo. La maggioranza dei critici ha assegnato al film un voto positivo (cioè come minimo sufficiente), ma molti altri hanno preferito dare una bocciatura. Poi c’è il punteggio dato dagli spettatori, e qui le cose si fanno più complicate.

Rotten Tomatoes è un aggregatore di recensioni: il sito monitora un mix di riviste, siti d’informazione e quotidiani che si occupano di cinema e, quindi, per ciascun film fa una media del punteggio di centinaia di recensioni diverse. Idealmente, visitando Rotten Tomatoes (o in alternativa Metacritic, il suo principale competitor), l’utente può capire rapidamente se un film in sala (o su Netflix) merita di essere visto o se, al contrario, è meglio evitarlo. Lo stesso nome del sito, che in italiano si traduce con pomodori marci, riprende l’antica usanza di gettare ortaggi sul palco dopo aver visto una pièce teatrale deludente.

Rotten Tomatoes, ad ogni modo, non dà voce soltanto ai critici, ma consente anche ai comuni utenti di recensire i film. Le pagine di tutti i film, dunque, mostrano due punteggi differenti: la media delle recensioni dei critici professionisti e la media dei voti assegnati dagli spettatori. Sta poi alla singola persona decidere a cosa dare più peso: se fidarsi di chi paga l’affitto scrivendo professionalmente di cinema, o se sentirsi maggiormente rappresentato dalle considerazioni del resto del pubblico.

Spesso critica e pubblico sono perfettamente allineati, ma capita altrettanto frequentemente che un film che abbia ottenuto un consenso quasi unanime trai giornalisti, finisca per ricevere una sonora bocciatura da parte del pubblico. È una cosa molto comune quando ci si addentra nel terreno del cinema indipendente, o quando si affrontano film piuttosto impegnativi o ‘crudi’ e che dunque si rivolgono ad una nicchia di pubblico molto ristretta.

Tuttavia, i casi più emblematici di film con un’enorme distanza tra punteggio dei critici e quello del pubblico sono quasi tutti blockbuster o sequel che hanno suscitato forti polemiche, per un motivo o per un altro: da “Star Wars: Gli ultimi Jedi” al reboot al femminile di Ghostbusters. Succede anche il contrario: a volte è il pubblico ad apprezzare in maniera quasi plebiscitaria un film bocciato dalla critica. Il grafico curato da un utente di Reddit che trovate qui sotto mostra i casi recenti più emblematici ed è piuttosto curioso che la lista includa almeno un paio di live action Disney che sono piaciuti al pubblico e non così tanto alla critica. Un caso molto diverso da quello che abbiamo scelto di affrontare oggi.

Movies with the greatest difference between Rotten Tomatoes critic and audience ratings [OC]
byu/lookatnum indataisbeautiful

Il caso de La Sirenetta

Tornando a La Sirenetta. Chiariamoci subito: come abbiamo spiegato anche nella nostra recensione, il film non è esattamente un capolavoro. È comunque un film discreto, con alcuni importanti punti di forza e qualche debolezza. Sugli altri siti che si occupano di cinema non troverete opinioni molto distanti. Il punteggio di Rotten Tomatoes rispecchia abbastanza fedelmente questa situazione: 68%. La maggior parte dei critici ha dato al film una recensione positiva, mentre il restante 32% ha scelto di bocciarlo.

E poi, lo ripetiamo, c’è il punteggio degli spettatori. Un plebiscito di consensi: addirittura il 95% degli utenti ha scelto di premiare il film. Insomma, se siete una di quelle persone che dà più peso al passa parola delle persone comuni, rispetto al parere dei giornalisti, pare proprio che la Sirenetta sia una visione imprescindibile.

Peccato che le cose siano un po’ differenti. Peccato che non sia affatto vero che il 95% degli utenti abbia detto di aver apprezzato questo remake. Anzi, è vero l’esatto opposto: la stragrande maggioranza degli utenti accorsi su Rotten Tomatoes lo ha bocciato senza possibilità d’appello. Dunque, perché l’aggregatore mostra un punteggio apparentemente falsato?

Aguzzando la vista si scopre che il punteggio del pubblico si basa esclusivamente sulla media di oltre 5mila recensioni verificate. Ma che cos’è una recensione verificata?

Aguzzando la vista, si scopre che il punteggio dei critici si basa su 253 recensioni uscite su altrettante riviste o quotidiani, soprattutto di lingua inglese. Mentre, sotto al punteggio del pubblico, troviamo una scritta che ci avvisa che la media si basa su oltre 5000 “recensioni verificate”.

Cioè? Tutte le recensioni che Rotten Tomatoes può inequivocabilmente associare ad un utente pagante. Un utente che ha effettivamente acquistato un biglietto per il cinema attraverso uno dei portali tracciati da Rotten Tomatoes (sono solo americani) e che quindi sappiamo aver realmente visto il film. Che non è affatto scontato.

Va benissimo e ringraziamo Rotten Tomatoes per questa premura. Ma come si fa a visualizzare il punteggio che tiene conto di tutti gli utenti, e non soltanto di quella piccola porzione di spettatori americani che ha scelto di acquistare un biglietto per il cinema usando un partner di Rotten Tomatoes come Fandango o il sito di AMC? Non è semplicissimo: bisogna cliccare sul punteggio, aprire un menù a tendina e quindi manifestare la preferenza di voler visualizzare tutte le recensioni e non soltanto quelle verificate. Solo allora si ottiene il punteggio complessivo, che include circa quattro volte il numero di recensioni che Rotten Tomatoes prende in considerazione per il punteggio che troviamo aprendo la pagina principale del film.

Se chiediamo a Rotten Tomatoes di prendere in considerazione tutte le recensioni, e non solo quelle verificate, il punteggio cambia drasticamente: solo il 56% degli utenti dice di aver apprezzato il film. Che è un po’ diverso da quel tasso di approvazione del 95% che ci era stato mostrato all’inizio.

Il problema del review bombing

Preso atto di tutto ciò, è davvero semplice pensare che dietro tutto questo ci sia qualcosa di estremamente sordido. Magari Rotten Tomatoes vuole censurare gli utenti perché ha un patto segreto con la Disney, o forse vuole proteggere La Sirenetta perché è diventato il totem del progressismo di Hollywood e della nuova corsa alla diversità, in opposizione ad alcuni istinti reazionari e razzisti di parte del pubblico americano.

In realtà, le cose sono un po’ diverse. Almeno a parole, Rotten Tomatoes sostiene che la scelta di distinguere tra recensioni verificate e non, privilegiando le prime a discapito di quest’ultime, sia stata presa proprio a difesa di quella che è la funzione per cui è nato il sito: informare gli utenti. Fornire una comoda cartina tornasole immediata sul consenso ricevuto dai film attualmente in sala. Nulla di più.

Rotten Tomatoes in passato funzionava diversamente e le recensioni verificate sono un’invenzione piuttosto recente, introdotta nel 2019 in risposta ad alcuni tentativi di review bombing particolarmente violenti — per numero dei partecipanti e tenore dei commenti.

Il review bombing è una pratica in cui un gran numero di utenti pubblica recensioni negative o valutazioni a stelle basse su un prodotto o un servizio online in modo coordinato e intenzionale. I voti negativi assegnati dagli utenti non hanno nulla a che fare con la qualità del film, ma quasi sempre sono una forma di protesta per motivi esterni, come la dichiarazione controversa di un attore o di un regista, oppure per… scelte di casting non particolarmente apprezzate. Siccome si tratta a tutti gli effetti di un tentativo di boicottaggio, quasi sempre le campagne di review bombing vengono organizzate da persone che si sono limitate a guardare il trailer del film e non hanno la minima intenzione di andare in sala.

Pur capendo le ragioni del sito, il giornalista di BGR Andy Meek ha spiegato di non essere un grande fan del modello scelto da Rotten Tomatoes. «Tanto per iniziare – scrive Meek – la maggior parte degli spettatori acquista un biglietto e va effettivamente in sala a vedere i film usando canali di vendita diversi da quelli che Rotten Tomatoes ha scelto di monitorare.  Magari hanno scelto di vedere La Sirenetta in un piccolo cinema locale, oppure sono effettivamente andati a vederlo in una delle tante sale di Fandango o AMC, ma hanno usato una gift card». Oppure – aggiungiamo noi -, ancora più semplicemente non risiedono negli Stati Uniti.

Il giornalista spiega che la recensione di queste persone, che legittimamente hanno il desiderio di far sapere al resto del pubblico cosa ne pensano del film, vengono completamente oscurate e diventano sostanzialmente irrilevanti. «Il punto di un sito come Rotten Tomatoes è informare i visitatori, ed è difficile capire come possa farlo, dal momento che queste informazioni vengono nascoste dietro un processo di ricerca estremamente tedioso», conclude il giornalista. È davvero difficile non essere d’accordo.

Decidendo di mostrare solo le recensioni verificate, Rotten Tomatoes non vuole falsare il punteggio del film, semmai ne vuole difendere la legittimità. Ma la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni: così facendo, Rotten Tomatoes finisce per tradire la sua missione originale e mettere a serio rischio la sua reputazione di fonte imparziale e affidabile.