Con il cambiamento climatico, anche il letargo cambia. Uno studio sugli scoiattoli dell’Artico ci spiega come

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Gli scoiattoli di terra artici (Urocitellus parryii), hanno sviluppato un meccanismo unico per sopravvivere agli inverni estremi dell’Artico. Nonostante le temperature gelide, riescono a rimanere attivi senza congelare, grazie a un processo di ibernazione. Questo permette loro di affrontare le condizioni avverse, ma come stanno reagendo al cambiamento climatico? Uno studio della Colorado University, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science, ha analizzato oltre 25 anni di dati climatici e biologici sugli scoiattoli di terra artici. I risultati sono sorprendenti e offrono una visione approfondita circa le risposte biologiche e l’adattamento di questi animali ai cambiamenti ambientali.

Differenze di genere

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I ricercatori hanno scoperto che gli scoiattoli artici stanno avendo periodi di ibernazione più brevi e che ci sono differenze significative tra maschi e femmine. In particolare, le femmine emergono dal letargo in anticipo rispetto ai maschi come risposta all’aumento delle temperature. Questo cambiamento nel loro comportamento potrebbe avere effetti sia positivi che negativi sull’ecosistema circostante. Immaginate di essere una femmina di scoiattolo di terra artico che ha a cuore la prosecuzione della sua specie. Grazie al riscaldamento primaverile anticipato, potete emergere dalla tana sotterranea un po’ prima delle altre. Questo vi darà un vantaggio, poiché potrete iniziare a cercare cibo fresco, come radici, germogli, bacche e semi, prima che gli altri si sveglino. Questo permette di ottenere una nutrizione migliore e potrebbe portare a cucciolate più forti e tassi di sopravvivenza più elevati.

Ovviamente, i rischi non mancano. Gli scoiattoli di terra artici sono una preda ambita per molti predatori, come volpi, lupi e aquile. Se le femmine si svegliano prima dal letargo, rispetto ai maschi, si assisterebbe ad uno squilibrio nelle opportunità di accoppiamento, che metterebbe a rischio la riproduzione della specie. Inoltre, passando più tempo in superficie, sono maggiormente esposte al pericolo di essere cacciate. Nonostante questi cambiamenti osservati, resta ancora incerto quale sarà l’impatto sulle popolazioni di scoiattoli di terra artici nel lungo termine. Il numero di scoiattoli dipende anche dalle risposte dei predatori ai cambiamenti climatici. Sebbene l’ibernazione più breve richieda meno energia e possa favorire la sopravvivenza durante il letargo, è un equilibrio delicato. L’autore principale dello studio, il professor Cory Williams, sottolinea l’importanza dei dati a lungo termine per comprendere le dinamiche degli ecosistemi in risposta al cambiamento climatico.

Helen Chmura, autrice principale dello studio, aggiunge che un’indagine di questo tipo richiede un grande sforzo di squadra, soprattutto nell’Artico. La collaborazione tra scienziati, biologi e ricercatori ha reso possibile la raccolta di dati preziosi che coprono un arco temporale così lungo. In conclusione, gli scoiattoli di terra artici stanno affrontando cambiamenti significativi nei loro modelli di ibernazione come risposta al cambiamento climatico. Questa ricerca ci fornisce un’importante finestra sulle conseguenze biologiche che il riscaldamento globale può avere sugli animali dell’Artico. Continuare a monitorare e comprendere queste dinamiche è fondamentale per preservare gli ecosistemi delicati di questa regione e le meraviglie che essi ospitano.

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