Exoprimal, il provato del multiplayer, tra dinosauri e futuro tecnologico

I GaaS sono giochi particolari: difficili da mantenere in vita, richiedono costante sforzo per renderli sempre divertenti e freschi, agibili dai neofiti ma allo stesso tempo con dinamiche che premiano il lungo periodo di giocata. Per uno che ce l’ha fatta, ne abbiamo viste dozzine fallire, meccanismo non troppo lontano dal mondo del videogioco. Eppure quando le idee dietro ci sono, e si ha voglia di sperimentare, è giusto correre il rischio come in Exoprimal, un titolo che a tutti gli effetti ha le carte in tavola per dire qualcosa: ve ne parliamo nel nostro provato.

Si muovono in branchi

Il Exoprimal vestiremo i panni del nostro avatar, neo assunto presso questa agenzia che ha lo scopo di bloccare e salvaguardare l’umanità da queste ondate di dinosauri, che come agenti atmosferici si fiondano ovunque creando scompiglio. Non servirà a nulla però arruolarsi e venire assegnati ad un team, perché l’intelligenza artificiale Leviathan, che gestisce e coordina i vari agenti, impazzirà e inizierà a portare a ondate alcuni di questi nel passato, per raccogliere dati e informazioni dagli scontri.

L’escamotage per far partire la storia potrebbe sembrare a primo acchito già visto, e così è: la sorpresa invece si nasconde quando proprio la storia diventa il collante per le missioni del gioco, considerato che il titolo è PvPvE. Con una base sci-fi mescolata ai dinosauri, una sequela di misteri capaci di collegarsi anche alla fisica quantistica e al multiverso, e un comparto tecnico per nulla malvagio, Exoprimal non delude per quanto riguarda la storia, soprattutto grazie alla trovata geniale che permette di avanzare senza dover completare una modalità single player praticamente inutile per il gioco.

Perché in Exoprimal, per sbloccare filmati di gioco e segreti, dovremo semplicemente giocare online: ogni tot battaglie, infatti, potremo sbloccare dei filmati e delle caselle della Mappa Analisi, che ci permetteranno di dipanare ancora un altro po’ il mistero dietro questi avvenimenti. Questa trovata, che non solo rende leggero l’avanzare della trama, permette anche di approfondire alcune dinamiche dell’intreccio o di saltarle a pie’ pari, così d’andare dritti verso la fine.

Lui, che uccide l’altro, che uccide lui

Exoprimal è un PvPvE: se questa sigla potrebbe sembrarvi un errore di battitura, in realtà parliamo di uno stile che ha visto la sua comparsa anche in altri giochi, come Destiny stesso: parliamo di una modalità che punta le frecce di due squadra contro l’environment per un certo periodo, per poi metterle una davanti l’altra, pronte per scontrarsi. Exoprimal, appunto, permetterà di sconfiggere delle ondate di dinosauri (e nel mentre dovrete far avanzare un carrello levitante con sopra un cubo) che, una volta abbattute prima degli altri compagni di squadra, permetteranno di avere bonus e un dinosauro da poter controllare e scagliare contro l’altro team. Alla fine, solo quando i due cubi da trasportare saranno arrivati quasi in zona salvezza, le due squadre si troveranno a doversi scontrare per evitare che il cubo avversario arrivi a destinazione (e facilitare il passaggio del proprio).

Essendo un soldato di questa compagnia, per sconfiggere questi dinosauri dovrete far uso di exotute, esoscheletri/armature vicine all’archetipo a la Iron Man, che vi permetteranno di prendere un preciso ruolo di gioco e avere delle armi e delle abilità. Divise in tre ruoli diversi, avremo assalto, tank e supporto. Come spiegano i nomi, assalto saranno incentrati sul danno, tank sul catturare l’attenzione dei nemici e supporto aiutare il team con cure e potenziamenti. Internamente, poi, le armature si differenzieranno anche di stile: in assalto infatti potremo usare sia quella dotata di fucile d’assalto, che quella pensata solo per il corpo a corpo, due facce della stessa medaglia.

Insomma, la descrizione del gioco potrebbe ingannare, perché sebbene potrebbe sembrarvi tutto molto semplice, il titolo invece ha una profonda e radicata anima tattica che richiederà un team affiatato per battere quello avversario, prima sul tempo e poi faccia a faccia. Bilanciare le armature, scegliere le giuste opzioni e i giusti oggetti da supporto, e infine strutturare l’attacco seguendo una strategia precisa diventerà quindi fondamentale per portarsi a casa la vittoria.

Un futuro ruggente

Ciò che spaventa di più dei GaaS rimane sempre il modello economico: non sappiamo come cercheranno di monetizzare il proprio titolo, ma Capcom sta decisamente percorrendo la strada giusta con questo gioco. Giocare ad Exoprimal è divertente, sparare ai dinosauri è molto appagante e una volta trovato il proprio stile prediletto, giocare la propria armatura diventa entusiasmante. La gara al chi arriva prima da quello slancio aggiuntivo alla sfida contro il computer, e la sfida finale contro i giocatori reali non stanca in quanto breve e concisa.

Non abbiamo avuto modo di provare il gioco contro una squadra avversaria controllata da giocatori, ma solo partite contro una IA capace di infastidirci nelle prime battaglie, per poi diventare innocua. A prescindere, si vede palesemente il potenziale del gioco, considerati i contenuti già annunciati, quelli estetici e quelli legati alla trama.

Sparare a raffica ai dinosauri non sarà difficile in prima battuta, ma una volta imparato il sistema (leggermente complesso) e il loop del gioco, vi troverete a dover personalizzare molti tratti delle vostre armature, così d’avere le prestazioni che esigete. Proprio questa scalabilità fa ben sperare su questo gioco: basterebbe infatti venisse provato anche da neofiti del genere per capire quanto potrebbe intrufolarsi all’interno delle piattaforme altrui. Ovviamente parliamo di ipotesi, considerato che per capire bene come evolverà non solo dovremo aspettare la recensione, ma anche qualche mese di vita del gioco.

Anche se Exoprimal ha tutte le carte in regola per poter sfondare grazie al suo comparto tecnico curato, alla qualità del gameplay e all’approccio narrativo particolare, solo una community affiatata potrà spingere il titolo nell’Olimpo di quei pochi GaaS che ce l’hanno fatta.

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