Durante il suo evento I/O 2023 di ieri, Google ha annunciato di aver ufficialmente rimosso la lista d’attesa per il suo chatbot Bard basato sull’IA e di aver reso il servizio disponibile in 180 paesi e territori. In molti avevano dato per scontato che quei 180 paesi avrebbero incluso anche l’Europa, tant’è che pure noi – ingenuamente – ci eravamo affrettati a riportare che l’IA di Google sarebbe stata presto disponibile in Italia. Peccato che non fosse vero.
Sfortunatamente per quegli europei che non vedevano l’ora di testare l’IA del gigante tecnologico, i paesi dell’Unione Europea non sono stati inclusi nell’elenco. Google non ha spiegato le ragioni dietro all’esclusione dell’intera Unione Europea dalla release di Bard. Ad ogni modo, non ci vuole molto per capire i motivi di tanta reticenza. La indoviniamo con una: GDPR, la normativa europea sulla privacy. Evidentemente Google temeva di non essere in grado di garantire la conformità del suo chatbot con le (giustamente) stringenti norme europee.
Del resto, proprio in Italia ChatGPT, l’IA di OpenAI, ha incontrato importanti resistenze, diventando oggetto in tempi record di un’istruttoria del Garante per la Privacy.
Il sito The Next Web ritiene verosimile che Google voglia anche attendere che l‘Unione Europea completi il testo finale del nuovo Regolamento sull’IA prima di lanciare Bard in tutto il continente. L’adozione plenaria del nuovo regolamento è fissata per il 14 giugno.
Come mai Google snobba l’Italia?
Sta di fatto che Bard è diventato l’ennesimo prodotto annunciato ieri da Google destinato a non arrivare in Italia – quantomeno non nell’immediato.
Bard è l’ennesimo prodotto annunciato durante il Google I/O 2023 a non arrivare in Italia. Timidamente, ci permettiamo di chiedere: come mai?
Ieri Google ha presentato anche i nuovi e attesi Google Pixel Fold e Pixel Tablet e nessuno di questi sarà disponibile nel nostro Paese. Il Tablet verrà commercializzato fin da subito in 11 diversi Paesi, tra cui addirittura Norvegia, Svezia e Danimarca. Ma l’Italia no. Timidamente, ci permettiamo di chiedere: come mai?