I ricercatori Yeon Jin Kim e Dennis M. Dacey, entrambi ricercatori del Dipartimento di Struttura Biologica della University of Washington School of Medicine di Seattle, hanno scoperto che gli esseri umani hanno alcuni circuiti neurali per la visione dei colori che sono diversi da quelli delle scimmie. In particolare, gli esseri umani possono percepire una gamma maggiore di toni bluQuesto potrebbe essere dovuto a recenti adattamenti evolutivi legati al comportamento e all’ambienteLa visione del colore dipende dalla sensibilità delle cellule coniche nella retina, che sono di tre tipi: sensibili alle lunghezze d’onda corte (blu), medie (verdi) e lunghe (rosse)Gli esseri umani e i primati hanno tre classi di coni, ma le connessioni tra le cellule nervose che elaborano le informazioni sui diversi tipi  sono diverse.  Per giungere a questa scoperta, gli scienziati hanno confrontato le connessioni tra le cellule nervose che trasmettono i colori nella retina degli esseri umani con quelle di due scimmie, il Cinopiteco (Macaca nigra Desmarest) comunemente indicati come scimmie del nuovo mondo, e i Platirrini conosciute come scimmie del nuovo mondo. Gli antenati dell’uomo moderno si sono differenziati da queste due specie di primati circa 25 milioni di anni fa.

Cone photoreceptors in marmoset foveal retina

Utilizzando un metodo di ricostruzione microscopica su scala fine, gli scienziati hanno esaminato le cellule coniche che rilevano le onde luminose nella fovea della retina. L’ immagine mostra i terminali assonici nel bulbo dei fotorecettori a cono nella retina foveale dei Platarrini. Il peduncolo blu, un neurone sensibile alle brevi lunghezze d’onda, dà origine a un complesso circuito che avvia un codice neurale per la percezione dei colori. La fovea è una fossetta all’interno dell’occhio densamente popolata di cellule coniche. È la parte della retina responsabile dell’acutezza visiva necessaria per vedere dettagli importanti, come le parole su una pagina o ciò che si trova davanti mentre si guida, e per la visione dei colori. Le cellule del cono hanno tre sensibilità: lunghezza d’onda corta, media e lunga. Le informazioni sui colori provengono da circuiti neurali che elaborano le informazioni tra diversi tipi di cono. I ricercatori hanno scoperto che gli esseri umani hanno un tipo di collegamento tra i nervi che rendono possibile la visione del colore blu che non c’è nei Platarrini. È anche diverso da quello delle scimmie macaco. Hanno anche trovato altre differenze nei collegamenti tra i nervi che vedono i colori negli esseri umani rispetto alle altre specie. Queste differenze non erano previste in base a ciò che si sapeva prima. Una delle spiegazioni date rientra nel campo dell’adattamento comportamentale: i Platarrini  vivono sugli alberi, mentre gli esseri umani preferiscono abitare sulla terraferma. La capacità di individuare i frutti maturi nella luce mutevole di una foresta, ad esempio, potrebbe aver offerto un vantaggio selettivo per un particolare circuito visivo a colori. Tuttavia, gli effetti reali dell’ambiente e del comportamento sui circuiti visivi a colori non sono ancora stati stabiliti.

Questa scoperta potrebbe avere diverse applicazioni pratiche nel campo della medicina, dell’ottica, dell’arte e della tecnologia, secondo i ricercatori. Potrebbe aiutare a comprendere meglio le origini e le cause delle anomalie della visione dei colori, come il daltonismo, e a sviluppare possibili terapie o correzioni e fornire nuove informazioni sulle relazioni evolutive tra gli esseri umani e le altre specie di primati.