La NASA ha adottato una nuova strategia di gestione dell’energia elettrica per prolungare la vita scientifica di uno degli strumenti della sonda Voyager 2 fino al 2026. Questo grazie all’eliminazione di un sistema di sicurezza che forniva dell’energia elettrica aggiuntiva in caso di cali di tensione, ottenendo così un’energia di riserva. La Voyager 2, equipaggiata con dieci strumenti scientifici, si trova attualmente all’esterno del Sistema Solare, a quasi 20 miliardi di km dalla Terra.
Le due sonde Voyager 1 e Voyager 2 sono state lanciate nel 1977 e sono equipaggiate con gli stessi strumenti scientifici, tra cui due camere, due spettrometri e il Photopolarimeter System. La seconda sonda avrebbe dovuto operare come backup della prima in caso di problemi durante il lancio o la prima parte della missione. Altri strumenti erano dedicati allo studio dello “Space Weather” e si occupavano di registrare la quantità di radiazioni e di particelle cariche presenti nelle diverse regioni del Sistema Solare.
Con l’eliminazione del sistema di sicurezza, la NASA rischia di perdere una fonte di energia aggiuntiva in caso di salti di tensione. Tuttavia, con la conoscenza della sonda e la capacità di comandarla dalla Terra, è possibile intervenire in modo diverso in caso di emergenza. Inoltre, mantenere accesi gli strumenti per altri tre anni diventa una risorsa fondamentale, soprattutto man mano che la sonda si allontana dal Sistema Solare.
Le due sonde Voyager hanno raggiunto una posizione privilegiata per lo studio dello spazio interstellare. Grazie agli strumenti scientifici a bordo, hanno consentito di raccogliere dati sullo spazio al di fuori del Sistema Solare, aprendo così nuove prospettive di ricerca. La NASA monitorerà attentamente la situazione di questa nuova strategia di gestione dell’energia elettrica a bordo della Voyager 2 e, se tutto andrà bene, si potrà estendere anche alla Voyager 1.