Lavoro: i contratti a termine nel nuovo decreto di maggio 2023

Il nuovo decreto lavoro, in arrivo il prossimo 1° maggio in cdm, introdurrà alcune modifiche ai contratti a termine che, secondo il giuslavorista Luca Failla, non sembrano rispondere alle esigenze di flessibilità e celerità delle aziende e dei lavoratori.

Secondo Failla, il decreto imporrà la stipulazione di causali per i contratti a termine di durata superiore ai 12 mesi, da “certificare” davanti alle commissioni di conciliazione presenti sul territorio. Questa procedura, secondo il giuslavorista, comporterà inevitabili lungaggini a carico di aziende e lavoratori, che confliggono con le esigenze di snellezza e celerità della continuità del lavoro.

Inoltre, il meccanismo di controllo e verifica amministrativa previsto per i rinnovi dei contratti oltre i 12 mesi non tiene conto dei tempi spesso lunghi di convocazione delle commissioni di conciliazione, con inevitabile gap occupazionale/lavorativo a danno delle aziende e perdita di salario per i lavoratori interessati.

Secondo Failla, si tratta di un meccanismo burocratico che tenderà inevitabilmente a scoraggiare la stipulazione di contratti di durata superiore a 12 mesi e comporterà il turn over dei lavoratori dopo i 12 mesi a danno dei lavoratori stessi. Failla propone invece di tornare a liberalizzare la durata dei contratti a termine sino a 24 mesi, imponendo causali specifiche solo per la stipulazione di contratti di durata superiore.

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