Dopo oltre 80 anni di mistero, è stato finalmente ritrovato il relitto della Montevideo Maru, la nave giapponese affondata il 1° luglio 1942 dal sottomarino americano USS Sturgeon, a oltre 4.000 metri di profondità nel Mar Cinese Meridionale. A bordo della nave c’erano oltre 1.000 persone, soprattutto prigionieri australiani, che venivano trasportati verso l’isola cinese di Hainan, occupata dalle forze giapponesi.
La scoperta del relitto è stata annunciata dalla società di archeologia subacquea Silentworld Foundation, che ha condotto le ricerche insieme alla ditta olandese Fugro e all’esercito australiano. L’affondamento della Montevideo Maru è stato una delle più grandi tragedie marittime della storia australiana, con la morte di 1.060 persone di 14 nazionalità diverse. Le ricerche sono durate 12 giorni e sono state effettuate con l’ausilio di un drone sottomarino dotato di sonar. Tuttavia, la Silentworld Foundation ha dichiarato che il relitto non verrà recuperato e che nessun oggetto o resto umano verrà rimosso, per rispetto delle famiglie delle vittime.
Il ritrovamento del relitto della Montevideo Maru ha chiuso un terribile capitolo della storia militare e marittima australiana. Il primo ministro australiano, Anthony Albanese, ha commentato che spera che la notizia porti un po’ di conforto alle famiglie delle vittime, che hanno atteso così a lungo. La scoperta del relitto è stata salutata come un momento di grande importanza storica e di riconciliazione.
La Montevideo Maru è stata affondata durante un periodo difficile della storia australiana, quando il paese era impegnato in una guerra mondiale e molte persone venivano deportate e imprigionate. La scoperta del relitto è un promemoria della fragilità della vita umana e dell’importanza di preservare la memoria storica. La Montevideo Maru rimarrà così un simbolo della memoria storica australiana e della necessità di ricordare le tragedie del passato, per evitare che si ripetano nel futuro.