Un terremoto di magnitudo 4.4 ha scosso la Sicilia orientale, con epicentro posto a 17 chilometri di profondità al largo della costa della città di Catania. L’evento, verificatosi ieri 21 aprile, ha provocato paura tra la popolazione locale e ha causato disagi alla circolazione dei treni lungo la linea Messina-Catania-Siracusa, sospesa in via precauzionale tra Giarre, Riposto e Bicocca.

Fortunatamente non sono stati segnalati danni alle strutture o alle persone, ma l’episodio ha suscitato polemiche sull’attribuzione delle fasce sismiche della zona. In base al modello di pericolosità per il territorio nazionale, la pericolosità sismica di Catania e della provincia etnea è classificata in fascia 2, il che limita l’accesso ai finanziamenti per il consolidamento delle infrastrutture e degli edifici pubblici e privati.

La segretaria generale della Uil di Catania, Enza Meli, ha espresso il proprio dissenso su questa classificazione, affermando che il territorio di Catania è vulnerabile e ha subito terremoti devastanti in passato. Secondo Meli, la politica condanna Catania alla paura, e sfida i parlamentari ed esponenti di Governo a prendere posizione sulla questione.

L’evento sismico, comunque, è avvenuto in un’area caratterizzata da una sismicità diffusa correlabile all’attività vulcanica dell’Etna e alle strutture tettoniche adiacenti. Storicamente, questa zona ha risentito degli effetti di terremoti di magnitudo simile a quello odierno, con l’evento più vicino verificatosi nel 1818. Altri terremoti rilevanti sono avvenuti nella Sicilia sud-orientale come quello del 1693, che ha raggiunto la magnitudo di 7.3.