Il razzo a due stadi, che con i suoi 120 metri di altezza è più alto della Statua della Libertà, doveva decollare dall’impianto SpaceX di Boca Chica, in Texas, durante una finestra di lancio di due ore che si è aperta alle 8.00 EDT (12:00 GMT). Ma la compagnia spaziale californiana ha annunciato in un webcast in diretta che avrebbe annullato il volo di 90 minuti previsto nello spazio per un minimo di 48 ore, a causa di una valvola di pressurizzazione congelata nel booster del razzo a stadio inferiore. La prossima finestra di lancio disponibile per la missione sarebbe quindi mercoledì. I funzionari di SpaceX hanno dichiarato che le squadre di terra avrebbero comunque continuato a rifornire il razzo fino agli ultimi secondi del conto alla rovescia di lunedì, trasformando il lancio annullato in una “prova generale” per il prossimo tentativo. A onor del vero, e secondo quanto riporta Reuters, domenica sera Musk, il miliardario fondatore e amministratore delegato dell’azienda, aveva detto a un pubblico privato su Twitter che la missione aveva più possibilità di essere cancellata che di procedere al lancio lunedì. La missione di prova, a prescindere dal fatto che i suoi obiettivi siano o meno interamente raggiunti, rappresenta una pietra miliare fondamentale nell’ambizione di SpaceX di rimandare gli esseri umani sulla Luna e infine su Marte – unito all’obiettivo centrale di un rinnovato programma di volo spaziale della NASA destinato a integrare l’astronave. Un volo di successo al debutto farebbe inoltre diventare il sistema Starship il veicolo di lancio più potente della Terra.
Sia il booster Super Heavy a stadio inferiore che la nave da crociera Starship a stadio superiore che porterebbe nello spazio sono stati progettati come componenti riutilizzabili, in grado di tornare sulla Terra per atterraggi morbidi – una manovra che è diventata di routine per il più piccolo razzo Falcon 9 di SpaceX.