I ricercatori di nanomedicina dello Houston Methodist hanno trovato un modo per domare il cancro al pancreas – uno dei tumori più aggressivi e difficili da trattare – somministrando l’immunoterapia direttamente nel tumore con un dispositivo più piccolo di un chicco di riso. In un articolo pubblicato di recente su Advanced Science, i ricercatori dello Houston Methodist Research Institute hanno utilizzato un dispositivo nanofluidico impiantabile di loro invenzione per somministrare anticorpi monoclonali CD40 (mAb), un promettente agente immunoterapico, a basse dosi sostenute attraverso il seme nanofluidico a rilascio di farmaco (NDES). Il risultato, riscontrato in topi da laboratorio, è stato la riduzione del tumore a un dosaggio quattro volte inferiore rispetto al tradizionale trattamento immunoterapico sistemico. L’adenocarcinoma duttale del pancreas viene spesso diagnosticato in fase avanzata. Infatti, circa l’85% dei pazienti presenta già una malattia metastatica al momento della diagnosi. I ricercatori dello Houston Methodist stanno studiando una tecnologia di somministrazione nanofluidica . Poiché l’immunoterapia viene somministrata in tutto il corpo, provoca molti effetti collaterali che a volte sono di lunga durata, se non addirittura a vita. Concentrando la somministrazione direttamente nel tumore, l’organismo è protetto dall’esposizione a farmaci tossici e da minori effetti collaterali, consentendo ai pazienti in trattamento di avere una migliore qualità di vita. “Il nostro obiettivo è trasformare il modo in cui il cancro viene trattato. Consideriamo questo dispositivo come un approccio valido per penetrare il tumore pancreatico in modo minimamente invasivo ed efficace, consentendo una terapia più mirata che utilizza meno farmaci”, ha dichiarato Alessandro Grattoni, autore co-corrispondente e presidente del Dipartimento di Nanomedicina dello Houston Methodist Research Institute. Il dispositivo NDES consiste in un serbatoio per farmaci in acciaio inossidabile contenente nano-canali che creano una membrana che consente una diffusione sostenuta quando il farmaco viene rilasciato. Altre aziende di tecnologia medica offrono impianti intratumorali a rilascio di farmaci per la terapia del cancro, ma questi sono destinati a un uso di breve durata.  Sono in corso ulteriori ricerche di laboratorio per determinare l’efficacia e la sicurezza di questa tecnologia di rilascio, ma i ricercatori vorrebbero che diventasse un’opzione praticabile per i pazienti oncologici nei prossimi cinque anni.