Normotici: quando la normalità diventa patologia

Il normotico è un individuo che non riesce a liberarsi da un eccesso di normalità che permea ogni aspetto della sua vita. La società, infatti, considera la normalità come un tratto positivo che rappresenta il benessere, la tranquillità e la civiltà. Essere normali significa seguire le regole, essere conformi alla legge e alla prassi consolidata, generando un senso di sicurezza che evita sensi di colpa, minacce ed estraneità.

Tuttavia, ci sono persone che vedono l’adeguamento sociale come un obbligo ossessivo, una condizione necessaria per la loro sopravvivenza. Questi individui sono chiamati normotici e la loro patologia è definita da un eccesso di normalità. La normalità diventa, in questo caso, una sintomatologia di disagio, poiché viene applicata con una rigidità compulsiva.

I normotici cercano costantemente di aderire ai canoni del comportamento sociale in modo da sentirsi integrati in un gruppo, perdendo di vista la propria identità individuale. In questo modo, l’individuo annulla la propria individualità, che si fonde in un coacervo indifferenziato in cui ogni elemento soggettivante perde valore e riconoscibilità, sacrificandosi alla causa di un’omologazione indiscriminata.

Le persone normotiche sono “anormalmente normali”, ossia troppo stabili, sicure, tranquille ed educate. Non hanno passioni particolari, sono sempre di buon umore e sono equilibrate perché privi di emozioni. Si dedicano alla routine quotidiana, collezionano oggetti in modo routinario e sono sempre uguali a sé stessi. Vivono in una dimensione di vita banale e prosaica, improntata all’agire più che al fare, al compiere più che all’elaborare, all’imitare più che al creare. La loro personalità è organizzata in modo che si limitano a raccogliere, enumerare e collezionare dati di fatto.

Il loro comportamento non si discosta da quello della collettività e tutto è programmato nella loro vita: sanno esattamente cosa mangeranno, come si vestiranno e quali acquisti effettueranno ogni giorno. Sono molto preoccupati di perdere il controllo e quindi le loro condotte non si discostano, in contenuti e orientamenti, da quelle della collettività.