Utilizzando i dati delle missioni spaziali Voyager 1 e 2, International Ultraviolet Explorer, Cassini e Hubble, un gruppo di astronomi ha identificato un’inaspettata proprietà di Saturno: il vasto sistema di anelli sta riscaldando l’atmosfera superiore del pianeta gigante. Il fenomeno non era mai stato osservato prima, non solo su Saturno, ma in tutto il Sistema Solare.
La scoperta, pubblicata su The Planetary Science Journal, è stata resa possibile grazie all’individuazione di un eccesso di radiazione ultravioletta nell’atmosfera di Saturno. L’aumento della radiazione indica la presenza di un elemento esterno in grado di riscaldare l’atmosfera del pianeta. Il team di ricerca ha ipotizzato che a provocare il riscaldamento siano le particelle ghiacciate degli anelli di Saturno, la cui caduta può essere causata dall’impatto di micrometeoriti, dal bombardamento di particelle del vento solare, dalla radiazione ultravioletta solare o ancora da forze elettromagnetiche che raccolgono polveri elettricamente cariche.
La caduta delle particelle degli anelli è stata immortalata “in diretta” dalla sonda Cassini alla fine della sua missione. Nel settembre 2017, la sonda si è tuffata tra gli anelli di Saturno, raccogliendo una grande quantità di dati sul gigante gassoso. Tra questi, anche la conferma della caduta di molte particelle dagli anelli verso il pianeta. Ma fino ad oggi, nessuno aveva legato questo fenomeno a un possibile riscaldamento dell’atmosfera di Saturno.
Per determinare il contenuto dell’idrogeno atomico nell’atmosfera di Saturno, gli scienziati hanno combinato i dati di Cassini con quelli delle due sonde Voyager che hanno sorvolato Saturno negli anni ’80, dell’International Ultraviolet Explorer lanciato nel 1978 e del veterano dell’osservazione spaziale Hubble, ancora attivo oggi. I risultati hanno dimostrato l’eccesso di luce ultravioletta, che in passato era stato catalogato come un “rumore” dei rivelatori, ma che ora è stato confermato come un fenomeno reale provocato dagli anelli di Saturno.
La scoperta è stata una sorpresa per gli scienziati, poiché non si conosceva l’influenza degli anelli sulla composizione dell’atmosfera di Saturno. Grazie alla sonda Cassini e alla collaborazione tra la NASA, l’ESA e l’Agenzia Spaziale Italiana, gli scienziati hanno ora scoperto un nuovo segreto del gigante ad anelli del nostro Sistema Solare.